Iron Man 2, Jon Favreau 2010

Iron Man 2
di Jon Favreau, 2010

Quando ti capita una cosa come Iron Man, universalmente riconosciuto come uno dei migliori blockbuster superomistici di sempre, cosa può succedere nel sequel, cosa puoi combinare? Senza scomodare una lunga e noiosa casistica dei precedenti (per esempio il pericolo "troppi nemici = caos" che questo nuovo film schiva davvero per un pelo, ma non del tutto, e preferirei non tornarci sopra, vista la già eccessiva lunghezza del post), limitiamoci a dire che una delle possibilità più deprimenti era quella secondo cui il seguito si sarebbe limitato a riproporre pedissequamente gli elementi del "primo capitolo", svilendoli. Questo non è accaduto, anche se possiamo dire con tutta tranquillità che Iron Man 2 non è all’altezza del film uscito due anni fa, non ne possiede l’equilibrio, la compattezza, la pesantissima grazia.

Cosa succede, dunque, in Iron Man 2? Alcuni elementi acquistano una forza maggiore: prima di tutto la rilevanza della sceneggiatura, scritta non a caso da un Justin Theroux che proprio nell’esordio Tropic Thunder aveva mostrato un esempio paradigmatico di scrittura comica applicata ai canoni estetico-narrativi del blockbuster hollywoodiano. È su questo campo che si è giocata la perdita dell’equilibrio rispetto all’episodio precedente, con il carattere più spiccatamente action che cede il passo a una maggiore quantità di dialoghi e battibecchi da commedia brillante – ma è stato uno squilibrio ricercato: Iron Man 2 è un film che concentra ancora di più la sua attenzione su Tony Stark. Meno su Iron Man? Per due ragioni: prima, perché Robert Downey Jr. è una forza della natura capace di reggere sulle proprie spalle una buona metà del film senza aiuti. La seconda, ben sintetizzata da un ottimo articolo uscito su io9 (a cui rimando per approfondire) riguarda più specificamente il personaggio, i radicali cambiamenti del suo carattere, o meglio, dei suoi programmi narrativi.

Questo squilibrio, palpabilissimo, non impedisce però a Favreau di confezionare uno spettacolo fracassone, sbruffonissimo e rumoroso, senza dubbio un po’ caotico e confuso, ma assolutamente divertentissimo – che è poi quel che conta, in questo caso: quasi tutte le critiche possibili riguardano in realtà il poco gentile confronto con il precedente, ma nell’ottica della produzione Marvel al cinema Iron Man 2 è davvero un signor film d’intrattenimento. E per nulla "pigro": gioca moltissimo con la smitizzazione del costume e del personaggio – la sequenza della festa di compleanno con Stark sbronzo che fa il tiro al piattello in casa, ma non solo – e soprattutto non si accontenta di monetizzare sugli elementi più immediatamente smerciabili (tranne l’attore-Downey, ovviamente: ma mi risulta difficile pensare che "le masse" si muovano per lui) ma, appunto, prova ad affrontare strade più scoscese, senza rischiare troppo (tutto viene ricondotto ai canoni abbastanza in fretta) ma tutto sommato facendo una scelta che va abbastanza controcorrente rispetto all’universo comic più solare a cui il film fa riferimento.

Ovvero, e qui sta il punto cruciale, quasi tutti i personaggi di questo film sono assolutamente insopportabili, chi più chi meno: Stark, come sottolineato dall’articolo sopra citato, è divorato da un’incontrollabile delirio di onnipotenza ed è semplicemente odioso; il Vanko di Mickey Rourke (che presenza scenica, santo cielo) non è certo uno di quei cattivi in cui ci si immedesima facilmente né di cui si ha particolare tenerezza; il Justin Hammer di Sam Rockwell, a cui viene dato molto spazio nell’ottica di cui sopra, caricaturalmente antipatico, è un villain chiacchierone e sciocco, un po’ come il Richard Pryor di Superman III – il più pericoloso della compagnia, proprio perché fa danni solo per mezzo di terzi; persino la stupenda Pepper Potts di Gwyneth Paltrow è ridotta alla petulanza, facendosi rubare la scena da una dichiaratamente imbambolata Scarlett Johansson. Questi non sono, si intende, considerazioni di merito sul film o sulla scrittura dei suoi personaggi: è una direzione chiara che il film prende, e che vale la pena di registrare.

Ciò che invece merita di essere analizzato sotto la lente del giudizio di valore è, semmai, un altro dei punti cruciali che indebolisce moltissimo, più oggettivamente, questo film: la sua natura di "momento di passaggio" essenziale in direzione di The Avengers di Joss Whedon, che vedremo soltanto tra due anni. Facciamoci il callo, sarà così d’ora in poi: dopo i timidi "accenni" presenti in Iron Man e nell’Incredibile Hulk di Leterrier, questo film rivela in tutto e per tutto la sua (e quella dei prossimi Thor e Capitan America) natura di episodio all’interno di un progetto seriale molto più grande, dando moltissimo spazio a elementi che hanno senso solo in un’ottica di lungo periodo – più specificamente, la presenza di Nick Fury e tutto ciò che ne consegue. Senza dubbio, mettendo parecchia saliva in bocca agli appassionati, ma tradendo in qualche modo la compattezza, già scivolosissima del film in sé, come opera a sé stante. Sono certo, o almeno confido, che vedremo questo elemento in un’altra ottica tra qualche anno, quando tutta la saga sarà terminata. Ma per il momento, avremmo forse preferito che le inside-joke buone solo a posteriori (o per una nicchia ristretta di lettori-spettatori) rimanessero anche stavolta, relegate, dopo i titoli di coda.

13 Thoughts on “Iron Man 2, Jon Favreau 2010

  1. Concordo con tutta la recensione, se non fosse che un pochino facevo il tifo per l'Ivan Vanko di Rourke, e mi sarebbe piaciuto se gli avessero dato più spazio, invece di farlo sparire per tutta la parte centrale del film; per l'appunto, una presenza scenica così non va sprecata. Comunque resta un buon film… e quella solita scena dopo i credits mi ha finalmente acceso l'interesse per Thor, mannaggia ;)

  2. utente anonimo on 11 maggio 2010 at 23:24 said:

    "che proprio nell'esordio Tropic Thunder aveva mostrato un esempio paradigmatico di scrittura comica applicata ai canoni estetico-narrativi del blockbuster hollywoodiano."

    …era dai tempi di Fanfani che non sentivo un frase del genere!

  3. utente anonimo on 12 maggio 2010 at 13:48 said:

    Il giovane cinefilo è diventato un po' troppo pro ultimamente
    Uff, noia.

    :(

  4. utente anonimo on 12 maggio 2010 at 14:00 said:

    Recensione Veltroniana "film sostanzialmente gradevole ma anche…"

    Fab

  5. utente anonimo on 12 maggio 2010 at 14:31 said:

    Rourke è stato qualcosa di monumentale. Non mi stava antipatico ma faceva paura :|
    Fil

  6. utente anonimo on 12 maggio 2010 at 16:35 said:

    Mah… non mi convince.
    1) Il film è divertente, ma… per gli attori. Mooolto meno per il pubblico. In una parola: autoreferenziale (parola che di solito è accostata a: leggero senso di fastidio).
    2) Scarlett Johansson IMHO è una delle attrici più sopravvalutate di sempre. Di sicuro la più labbruta. Che c'entra col film 'sta tizia?
    3) Gwineth Paltrow: brava. 
    4) Si occhei Maichi Rurk, grande presenza scenica, ma il suo ruolo perde vigore allo scorrere del film. Peccato. L'unico che non se ne è accorto è il regista.
    5) Al solito, RDJR superlativo.

    Banjo

  7. hai trovato delle chiavi di lettura che mi lasciano riflettere e certamente argute. un po' la voglia di rivalutarlo me l'hai fatta venire ma, per quanto mi riguarda, in Iron Man 2 troppe chiacchiere e poca azione, forse troppa sceneggiatura, Mickey Rourke limitato in un personaggio che, concordando sulla monumentale presenza scenica, è ridotto a guidare androidi dietro una scrivania, Pepper Potts mi sembra in un limbo che la rende isterica, Don Cheadle l'ho odiato, sembra la versione scema dell'amico di Eddie in 'til death. Sam Rockwell è il maestro delle faccette (e mi sta benissimo). Poi il resto l'ho scritto nel mio post :-)

  8. utente anonimo on 13 maggio 2010 at 18:18 said:

    Grande 'till death!!!!!!!!!!!!!!!

  9. utente anonimo on 16 maggio 2010 at 01:42 said:

    Veramente la sceneggiatura scappa un po' troppo di qua e di la. Il progetto cinematografico degli Avengers (dal quale a sto punto non possiamo che aspettarci meraviglie) rischia di far perdere troppo di vista le saghe dei singoli supereroi. Ma un filmone sulla infinitamente più figa Justice League lo vedremo prima o poi??? 

  10. la cosa che mi preoccupa e che quando si comincia a fare così tanti riferimenti preparatori a un film come The Avengers, di solito il film alla fine fa schifo..

    speriamo di sbagliarci.

    Capirebattitao

  11. utente anonimo on 17 maggio 2010 at 09:13 said:

    I primi 20 minuti mi han fatto temere il peggio, Tony Stark mi stava facendo venire l'orticaria (probabilmente anche a causa del doppiaggio) ma grazie a dio poi il film è rientrato nei binari.
    Non m'è dispiaciuto, direi che fa il suo dovere, è divertente e spettacolare, non so quanto di più si possa aspettare da un film che racconta di un miliardario mercante d'armi che resta in vita grazie a un reattore innestato nel petto e che si costruisce un'armatura ultra tecnologica per portare la pace nel mondo…

    Lenny Nero

    PS: e poi che diavolo c'è pure un cameo di Olivia Munn e una scena con dei robottoni che si menano al ritmo di Robot Rock, che cosa si può volere di più?! Ah sì, Scarlett Johansson in una tuta aderente nera che picchia come un fabbro dei poveri malcapitati.  

  12. Grande Olivia Munn.

  13. utente anonimo on 17 maggio 2010 at 14:39 said:

    Mi fa sbavare come un lumacone :D

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