Unthinkable
di Gregor Jordan, 2010
Molti dei titoli che negli states finiscono direttamente nel mercato home video lo fanno per mancato raggiungimento di standard qualitativi, ma non è certo sempre così. Non è forse il caso, per esempio, del film di Gregor Jordan che proprio in questi giorni arriva sugli scaffali americani: troppo duro da digerire per il pubblico americano? Senz’altro troppo controverso, troppo bipolare. E chissà quando (e se) arriverà da noi: Unthinkable è uno dei film americani più ambigui e dolorosi che siano usciti negli ultimi anni sul terrorismo e sull’uso della tortura, e sulle contraddizioni etiche dell’america contemporanea in rapporto a questi argomenti.
Un film che ha senza dubbio i suoi limiti, ma che sfrutta in modo impeccabile i tempi e gli spazi configurandosi presto come un claustrofobico dramma da camera, tutto attori e sceneggiatura, e che si prefissa degli obiettivi e li porta a termine, a costo di strapparli da sotto la pelle degli spettatori. Un film che fa funzionare alla perfezione il suo meccanismo di straniamento dello spettatore e di alienazione dalle proprie istanze morali, sballonzolato suo malgrado tra i punti di vista, trascinato a forza lontano dalle semplificazioni e lasciato infine in ballo della beffa, dell’inevitabile che si abbatte sul decadente regno degli uomini – una violenza psicologica che va di pari passo, non lo dimentichiamo, con una decisamente più fisica e materiale, insistita e difficile da digerire, spesso più vicina all’horror che al thriller, ma che è carattere ineliminabile e altra facciata di quello stesso specchio che va in frantumi. Infine: un film con un terzetto di attori assolutamente poderoso (Carrie Ann-Moss, Samuel L. Jackson e Michael Sheen, tutti e tre al loro meglio, con tre facce da b-movie che lévati e un’intensità recitativa sinceramente inaspettata) che alla fine lascia in bocca una micidiale sensazione di disfatta. E un buco nello stomaco a forma di pugno.
L’hanno visto anche: manu su SecondaVisione, Casanova sui 400 Calci.
Dai, è ottimo è segno dei nostri tempi che non esca in Italia per non far capire lo scempio delle torture e l'idiozia dell'esportare la democrazia alla quale credono solo i bambini (figli dei leghisti).
Appena finito di vederlo in SubIta.
Che dire?
Mi sono dovuto alzare, ho dovuto fare una camminata, ho dovuto sbattere la testa al muro e poi ho cominciato ad assimilarlo.
Questo è il genere di film che se te lo rivedi sei scemo.
C'ho visto una struttura europea sotto un vestito americano.
Risultato? Per me ECCELLENTE.
Arriva fino a dove non vuoi che arrivi. E quando c'arriva, non è ancora arrivato in fondo.
Cento punti a "Questo è il genere di film che se te lo rivedi sei scemo".
film lezioso e borioso. cerca di tenere incollato lo spettatore tra i vari drammi familiari ei singoli personaggi.giustifico la violenza perchè l'ho subita a mia volta? mah! troppo comodo ed ovvio colpire l'immaginario collettivo richiamando gli scempi di Abu Ghraib. nemmeno la versione originale lo salva.un misero 4
Pre-giu-di-zi, pre-giu-di-zi, pre-giu-di-zi.
Nel pomeriggio, promesso
ma l'ho visto anch'io!!!