Dogtooth (Kynodontas)
di Yorgos Lanthimos, 2009
Di fronte a un film come Kynodontas, è lecito farsi una domanda: dove si può tracciare il limite tra una provocazione che ha lo scopo di istigare la meditazione e una provocazione fine a se stessa? È Lanthimos stesso che ce lo chiede, dopotutto: il suo film è un film estremo e violento, spesso massacrante, il cui paradosso (escludere del tutto l’individuo dalla civiltà, o dalla collettività, che dir si voglia) va a scavare con le unghie dentro dilemmi antichi o addirittura atavici, ma la sua parabola (metonimica?) di coercizione famigliare è raccontata con un taglio brutalmente ironico, che per una volta non serve a spezzare la tensione ma che, al contrario, spesso alza con una risata sardonica il livello dello scontro tra il reale e l’assurdo, come nella miglior tradizione surrealista.
Tornando alla domanda iniziale: fortunatamente il film, che ha vinto nella sezione Un Certain Regard a Cannes nel 2009, è tutt’altro che una provocazione gratuita. Prima di tutto per la precisione superba e sistematicamente crudele e massacrante della regia, che abbina la tendenza all’eccesso dello script con una messa in scena gelida e rigorosissima, visivamente eccezionale, in cui ogni singola inquadratura è studiata alla perfezione per costruire un’angoscia tangibile proprio sul contrasto con la sua precisione figurativa. Ma soprattutto perché Lanthimos riesce a far fuoriuscire proprio da questi abbinamenti ossimorici una riflessione profondamente disturbante sulle paranoie della contemporaneità, intesa in senso ampio, più nello specifico su un tema (per nulla semplice ma del tutto centrale nel film, basta vedere l’incipit) come quello del linguaggio e della sua manipolazione, e molto altro ancora.
Senza dimenticare che Kynodontas non è un film esclusivamente cerebrale: è anzi molto fisico e sanguigno, tanto più che è nella sua inquieta violenza che si consuma l’istinto di libertà dei suoi personaggi. Insomma, colpisce duro. E colpisce dritto sui denti.
Non è prevista al momento un’uscita italiana.
Il dvd inglese esce a fine agosto. Potete già acquistare l’edizione francese, che però è cara e ha solo i sottotitoli in francese. Se qualcuno ha notizia di un’altra edizione, magari con sottotitoli in inglese, parli ora.
Visto qualche mese fa…grottesco ma per nulla gratuito. Mi ha lasciato addosso una strana sensazione per diversi giorni, come di qualcosa di profondamente sbagliato. L'incipit è molto azzeccato.
Mamma mia, era da "La Pianista" e "Canicola" che non mi sentivo così a disagio guardardando un film, hai proprio ragione, colpisce davvero duro!
Mi è piaciuto parecchio.
Lenny Nero
Stai diventando, forse sei diventato, un punto di riferimento per quale film vale la pena vedere, incuriosirsi, appassionarsi.
L'ho visto oggi.
Cazzarola che film!
E grazie.
Concordo con #3. Per quanto mi riguarda, sei il miglior blog in circolazione. Non dico che pendo dalle tue labbra, né che sia sempre d'accordo con te, ma sei un fottuto punto di riferimento…e sono responsabilità, siine consapevole ;-)))
N.B.: peccato che tu non abbia più molto tempo per scrivere. A questo proposito vorrei lanciare una sottoscrizione per permetterti di vivere senza lavorare, a spese di noi utenti-adepti. Mandate la vostra offerta su questo conto: IT64E856485463774737888000….poi io penserò a girarli a Kekkoz. Grazie
una mazzata allo stomaco
e un capolavoro non da poco
cannibal kid
Da quando l’ho visto mesi fa è diventato uno dei miei film preferiti, da top three, ne parlo solo in termini sublimi e sono troppo di parte.
Per il resto, caro kekkoz, ti leggo sul tumblr ma qui un po’ di meno per vergogna mia: abbasso la testa, vorrei saper recensire in modo egregio come te e trovare il tempo per vedere tutto e non lasciarmi scappare niente.
MI sembrano evidenti i riferimenti al mito della caverna. Bella rivisitazione, con qualche cosa d’altro, che non è male affatto.