Lei è troppo per me (She’s out of my league)
di Jim Field Smith, 2010
C’è tutta una sorta di corrente della commedia americana che è stata spesso e da più parti sintetizzata nella formula "geeks gets the girls", il cui massimo profeta è stato il produttore e regista Judd Apatow. In tal senso, il primo film del britannico Jim Field Smith, realizzato due anni fa ma che ha trovato una distribuzione solo quest’anno, cerca di essere una specie di bignami dell’intero sistema: il protagonista è un aeroportuale un po’ sfigato che inizia una relazione impossibile con una ragazza incredibilmente bella. Tutto il resto, dal titolo in poi, si svolge esattamente come ve lo state immaginando. Non è detto che sia un male.
Infatti il film è sommariamente gradevole e divertente nonostante la debolezza del cast di contorno, che spesso in questo tipo di commedie è uno dei dati più interessanti. E nonostante il fatto che, in ogni caso, il regista e gli sceneggiatori Sean Anders e John Morris sembrino inseguire per tutto il film il modello dei film prodotti da Apatow e dei rispettivi epigoni: lo sguardo bambinesco e immaturo dei maschi sul mondo femminile e delle relazioni sentimentali, le dinamiche di amicizia virile, il ritratto dei personaggi-tipo, e soprattutto i meccanismi comici, sia linguistici sia narrativi, che si rifanno a un misto di candore e trivialità che abbiamo già visto altrove. E abbiamo visto meglio, purtroppo: Jay Baruchel (lanciato proprio da Apatow nella bellissima serie Undeclared) ce la mette tutta e ha, se non altro, il physique du rôle, ma a Field Smith e soci manca una scintilla di intelligenza, forse di cattiveria?, per fare il salto di qualità alzandosi da una convincente ma non del tutto soddisfacente medietà. Così com’è, il film è solo un tiepido esercizio di confortante carineria. Non è detto che sia un male.
Scena sull'aereo uber alles
mi permetto di dissentire sulla tua affermazione: …"geeks gets the girls", il cui massimo profeta è stato il produttore e regista Judd Apatow…
infatti se torniamo indietro di qualche decennio, troviamo John Hughes e Sixteen Candless dove A-M Hall è geeek e alla fine si fa la ex del nuovo boyfrend di Molly Ringbella in rosa che è da pavuraaa!!!
è preistoria lo so, ma noi siamo dei nostalgici.
quindi il deus ex machina di questa corrente è l'inimitabile Hughes…
lil
lil ma hai effettivamente ragione, infatti apatow non ha "inventato" niente in tal senso, e poi ha sempre avuto john hughes come nume tutelare – non è un mistero che sia in qualche modo il suo "erede", in un certo senso, semplificando molto.
soltanto che l'affetto che hughes ha avuto verso i geek (non esclusivo: pensa a ferris bueller) apatow l'ha trasformato in un vero e proprio sistema, a partire dalla serie freaks and geeks (che ti devo passare se non l'hai mai vista, ti farebbe impazzire)