A-Team, Joe Carnahan 2010

A-Team (The A-Team)
di Joe Carnahan, 2010

Una delle cose che mi ha fatto più impressione di A-Team, ripensamento cinematografico di una celebre serie tv andata in onda originariamente tra il 1983 e il 1987, è la presenza imponente del comic relief come componente del racconto. Mi spiego: da almeno una quindicina d’anni l’alleviamento comico è una parte essenziale e quasi ineliminabile dell’action movie hollywoodiano, ma è spesso affidato a un singolo personaggio. Nel film di Carnahan ci sono quattro personaggi principali (lasciate perdere Jessica Biel: è inutile), tre dei quali si accollano parte di questo compito. Se la parte del buffone di corte sembrerebbe appartenere di diritto a Sharlto Copley, anche Bradley Cooper e Rampage ce la mettono tutta, uno rispondendo all’esigenza romantico-screwball del plot (assolutamente inadeguata e buttata lì a casaccio, un po’ come Jessica Biel) e l’altro aprendo buffe schermaglie con l’uno e con l’altro personaggio basandosi sulla fiducia nel suo essere negrone scorbutico, che dovrebbe far ridere di per sé. L’unico serio della compagnia è Liam Neeson, che si produce in un’inguardabile imitazione dell’indimenticato George Peppard e tra l’altro ci fa venire due palle così.

Risultato: A-Team è un film che la butta sul ridere per una buona metà del suo minutaggio. Troppo? Senza dubbio sì, se non si ha la sceneggiatura adatta: L’altra cosa che mi ha fatto impressione è che sia un film davvero brutto: tutti i momenti in cui il film non la butta in caciara e in pasto a battute che non fanno ridere (tranne quando Sharlto Copley fa Braveheart e nella sequenza del 3D, ma lì si entra direttamente in territorio spoof e quindi vale la regola di prima) il film è un susseguirsi di (1) sequenze d’azione (2) scene in cui viene organizzato il piano che scaturirà nella sequenza d’azione e (3) complicati intrighi di cui non interessa niente a nessuno. Nulla di tutto ciò va per il verso giusto: Carnahan è un regista confusionario e rumoroso, le esplosioni e gli inseguimenti al limite dell’umano sono quasi sempre tutte piani stretti con la macchina da presa mobilissima, con il risultato che non ci si capisce una fava, al massimo se va bene ci si intontisce, se va male ci si annoia (è il mio caso); quella del montaggio parallelo tra il piano e la sua esecuzione sembra essere l’unica idea della sceneggiatura, e non è che sia proprio quest’ideona; infine, il film è esageratamente complicato, più che altro in modo sproporzionale al talento di Carnahan nel gestire la sua complessità narrativa.

Un piano ben riuscito ma proprio per niente.

4 Thoughts on “A-Team, Joe Carnahan 2010

  1. Dai, già si sapeva. Il trailer secondo me era qualcosa di inguardabile. Si capiva benissimo che avrebbero pisciato fuori dal vaso. ( Es: la scena del carro armato che precipita in caduta libera, poi si apre il paracadute e Bradley mitraglia tutto quello che c'è in cielo.)
    Ma va là, va….
    Ora non manca che Mcgyver, Chips e Ralph supereroe e penso di suicidarmi. Dolorosamente.

  2. Ah, dimenticavo:
    PRE-GIU-DI-ZI, PRE-GIU-DI-ZI, PRE-GIU-DI-ZI…!!!!!

  3. Dembo, il trailer era molto più invitante del film, garantisco.

  4. Beh, in effetti hai ragione. Sberla che tenta di far partire l'ambulanza con il defibrillatore mi aveva strappato un sincero sorriso.

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