Poliziotti fuori, Kevin Smith 2010

Poliziotti fuori (Cop out)
di Kevin Smith, 2010

Sembrerebbe una cosa alquanto scontata che il primo film diretto da Kevin Smith per una major su una sceneggiatura scritta da altri faccia un buco nell’acqua. Fin troppo scontata. Roba da manualino del fan: sei un sellout, ti volto le spalle, vaffanculo. A prescindere, ma non solo – tanto è il pregiudizio che conta. L’altro tipo di fan invece è più fiducioso e dice una cosa tipo credo in te, autore. Dopotutto, Cop out se l’è montato da solo. Varrà pur qualcosa. In fondo, ci si sperava un po’, per antipatia pregressa nei confronti della prima, prevedibile, categoria del pensiero, che si potesse passare dall’altra parte. Invece Cop out è un film pigro e mal riuscito, modesto nelle ambizioni e zoppicante nei risultati, colpa prima di tutto di una sceneggiatura fallace, priva di veri dialoghi. Dedichiamo al problema una proposizione apposita: stiamo parlando di un film di Kevin Smith in cui la sceneggiatura non funziona. Non è poco. La scena dell’interrogatorio in cui Tracy Morgan cita una ridda di film, per esempio, viene massacrata dal collega che, al di là dello specchio, dice che film vengono citati – con un effetto di fastidio simile, anzi identico, a Claudio Bisio che spiega le battute dei comici che altrimenti sarebbero troppo raffinate e sottili per il pubblico di Zelig. Allora uno dice chi se ne frega della sceneggiatura e di Kevin Smith e di Bisio, questo film è un omaggio al buddy movie poliziesco bianco-e-negro comesifacevanounavolta, con dentro i 48 Ore, gli Arma Letale, pure i Beverly Hills Cop. Pure troppo, manco fosse un film a tema: per dire, le musichette anni ’80 di Harold Faltermeyer ti fanno alzare gli angoli della bocca giusto una ventina di minuti, poi parte il sopracciglio e dopo tanto così diventano stucchevoli, prevedibili e pallose. Allora uno dice chi se ne frega di tutto, ci sono Tracy e Bruce, c’è Seann William. Ecco, a questi tre si vuole un bene dell’anima, perché ti permettono quantomeno di arrivare a fine film senza scaricare dei moccoli violenti: Morgan compensa l’imbarazzante pochezza di ciò che gli viene messo in bocca con la presenza scenica e verbale assolutamente divina che ben conosciamo (ma iddio sa come diavolo abbiate fatto a vederlo doppiato, voialtri), Willis è semplicemente impeccabile come (quasi) sempre e Scott, da solo, si porta a casa quasi tutte le risate del film. Che sono pochette. Alla fine dei giochi, si finisce per fare la figura di quegli antipaticoni là sopra. Perché magari, oh, magari è un caso sfortunato più che il risultato inevitabile di un’equazione o di una transitività, però io, di questo Kevin Smith qua, non so veramente che farmene.

4 Thoughts on “Poliziotti fuori, Kevin Smith 2010

  1. Wow, che vuoto…
    Mi sembra di sentire, come dolce sottofondo, il rumore del vento che carezza gli alberi.
    Ps: IO non ho mai visto Clerks. Ecco l'ho detto.
    Massacratemi senza pietà.

  2. Uh. Beh, sei ancora in tempo.

  3. Rimedierò al più presto.
    Domanda: Quanti film o libri (o altro, decidete voi cosa) incredibilmente belli ci perdiamo per svogliatezza o per il solo motivo di non conoscerli?
    A me sta roba mi ha sempre mandato un pò ai pazzi.

  4. Visto.
    Doppiato.
    Comunque fantastico.

    "la mia ragazza ha ciucciato 37 cazzi!!!"
    "In fila?"

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