Panico al villaggio (Panique au village)
di Vincent Patar e Stéphane Aubier, 2009
La cosa più bella di Panique au village, sorprendente e frastornante piccolo film animato, vincitore del Sitges e del Future Film Festival e tratto da una serie animata belga ideata dagli stessi due registi del film, è che la sua strabordante bizzarria mantiene una coerenza quasi impensabile, fino alle estreme conseguenze. Una volta superato lo shock culturale della tecnica d’animazione e la reazione comica inarrestabile al "casting" (i protagonisti sono, di fatto, dei pupazzetti: un indiano, un cowboy e un cavallo) il film di Patar e Aubier scorre via che è una meraviglia per tutta la sua ora e dieci.
E non ci si pone quasi mai la domanda di cosa diavolo stia succedendo e di quali misteriose leggi fisiche governino il villaggio e i suoi abitanti, anche perché non c’è il tempo di farlo: Panique au village fa procedere la narrazione a un ritmo forsennato, rutilante e inarrestabile, avanzando per associazioni mentali che lasciano alle spalle il filtro della razionalità, con una narrazione che si avvicina quindi più a quella del sogno. Anche nel suo non conoscere limiti, siano essi quelli spaziali e temporali del mondo in cui si svolge la vicenda o quelli dell’assurdità più totale. Insomma, uno spasso bello e buono, una delle più belle sorprese della stagione. Peccato che alla sua uscita in sala in Italia, lo scorso giugno, sia passato quasi del tutto inosservato.
Se avete fretta di recuperarlo, il dvd francese è già in vendita.
Fa troppo ridere quando si chiamano "Cheval!"
Hai mai visto Mary and Max?
Ne parlo da me.
E' imperdibile. Giurin Giurella!
Mary and Max è nell'infinita coda di cose che ho da vedere da decenni. Grazie dello stimolo!