Exit Through the Gift Shop, Banksy 2010

Exit Through the Gift Shop
di Banksy, 2010

Non mi ha sorpreso ritrovare sul web diverse e accese discussioni su ciò che viene raccontato in questo documentario diretto da uno dei più noti e acclamati street artist al mondo e presentato all’ultimo Sundance. Anche alcuni critici hanno trattato la questione: chi accettando acriticamente i fatti narrati, chi dando per scontato che sia tutta una (impegnativa) presa in giro. Ci sono poi posizoni intermedie che ritengono che una “risposta” sia quasi del tutto ininfluente, o meglio che sia inutile scannarsi: tanto è la domanda, quella che conta. Uno degli scopi del film era senza dubbio proprio quello di farci interrogare sulla credibilità di una storia simile per far scaturire dalla questione il senso centrale della riflessione sul mercato dell’arte; in tal senso, la storia di Guetta e soprattutto quella della sua ascesa non è una beffa nei confronti dello spettatore, che è anzi complice, ma del mercato stesso – un’irresistibile satira del sistema in cui quest’ultimo mostra le sue contraddizioni senza bisogno delle iperboli tipiche della satira.

Poi Exit Through the Gift Shop è anche un sacco di altre cose: è indiscutibilmente un documento straordinario sull’opera quotidiana degli street artist che contiene peraltro alcune impagabili immagini di artisti come Invader e Banksy stesso al lavoro; ma è anche la storia di un uomo inadeguato e ossessivo che insegue un’impresa eccezionale e raggiunge degli obiettivi impensabili nonostante o proprio per via della sua inadeguatezza; è un film terribilmente divertente, in qualunque modo lo si voglia prendere; e alla fine, proprio nel suo continuo negarsi come tale e nel suo utilizzare la figura di Guetta come terzo elemento del paradigma, Exit Through the Gift Shop è davvero l’unico documentario possibile su Banksy.

E va benissimo così.

Non è prevista un’uscita italiana. Il dvd inglese si può già acquistare.

7 Thoughts on “Exit Through the Gift Shop, Banksy 2010

  1. l’unico documentario possibile su banksy. non potevi spiegarlo meglio. haters gonna hate, io ho gongolato come un bambino a disneyworld.

  2. scripta on 10 ottobre 2010 at 21:42 said:

    c’hai ragione c’hai. cmq il film è carino…

  3. l’ho visto qualche giorno fa un po’ per caso. Mi ha fatto morire. Dal ridere. Una parte di me vuole che Thierry Guetta esista davvero, un’altra si rende conto che è probabilmente il frutto della mente banksyana. La parte di me rimanente sta già radunando un team di grafici nel garage.

    Se esiste davvero il film di Thierry “Life Remote Control” voglio vederlo, voglio vederlo ora.

    Ad ogni modo, tra le battute più assurde: “I thought Thierry was a film-maker, then I realized… he’s just a mental case with a camera”

  4. Pingback: LUNEDI’ 01 NOVEMBRE IL DOCUMENTARIO SU BANKSY « cineofficinarefugio

  5. Matteo on 6 gennaio 2011 at 11:27 said:

    Concordo con l’autore del post: il film/documentario é straordinariamente divertente e (aggiungo) sempre in perenne bilico tra cio’ che é vero e cio’ che é autentico, cio’ che é arte e cio’ che il mercato definisce tale.
    A mio modesto avviso Exit Through the Gift Shop é l’opera piu’ originale e creativa degli ultimi anni vista al cinema.

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