Poetry (Shi)
di Lee Chang-dong, 2010
Se sono lontani gli anni dell’entusiasmo incontrollato nei confronti della cinematografia sudcoreana, alcuni dei migliori autori di quel periodo sono tuttora attivi e sfornano ancora film di grande bellezza. Uno di questi è senza dubbio Lee Chang-dong, ex ministro della cultura e regista di alcuni (purtroppo pochi) film strepitosi tra cui una delle più dolorose riflessioni sulla Storia del suo paese (Peppermint Candy, 2000) e l’intenso dramma Oasis – particolarmente rilevante anche perché a suo tempo fu uno dei primi grandi titoli coreani a trovare una distribuzione nel nostro paese.
Mija è una signora anziana che per mantenersi insieme al debosciato nipote a carico fa la badante a un disabile, e nel tempo libero si appassiona alla poesia frequentando un corso pomeridiano; mentre cominciano gradualmente ad arrivare i primi sintomi del morbo di Alzheimer, Mija scopre che il nipote si è reso responsabile insieme ad alcuni amici di uno stupro di gruppo che ha portato al suicidio di una ragazza. Dopo aver assistito al cinismo dei genitori dei ragazzi, pronti a pagare una cifra considerevole per evitare che i figli vengano indagati, sarà costretta a risolvere la situazione in modo definitivo, sulla propria pelle, continuando ad appuntare sul suo taccuino impressioni di una natura che sembra l’unica fuga da un mondo crudele e spietato.
Come già i titoli precedenti, compreso il bellissimo Secret Sunshine, anche Poetry è un’opera molto ambiziosa, fin dal titolo, forse non per tutti i gusti: una ballata tenue di avvicinamento alla morte che cerca di riflettere sul senso della vita, sulla memoria e sull’oblio dell’identità, ma con un approccio del tutto naturalistico e privo di sottolineature melodrammatiche e forzature (persino quando le svolte narrative sembrerebbero richiederle) che gioca tutto sulla splendida, ironica ma dolente interpretazione di Yoon Jeong-hee (star del cinema coreano degli anni ’70, assente dagli schermi da più di 15 anni) e il cui finale, misterioso e implicito, è davvero la perfetta quadratura del cerchio.
Non mi risulta che sia prevista un’uscita italiana.
L’edizione dvd coreana è un po’ cara ma è region free.
Uh, non sapevo fossero usciti i sub. Questa è una bella notizia, ma proprio bella.
Si trovavano già da un bel pezzo su kloofy (aspetto la tua)
Se già prima ero in fotta per vederlo non ti dico ora!
A proposito di sottotitoli, se non escono quelli di I Saw the Devil m’ammazzo!
Giusto per dire che è uscito in sala