La fontana dell’amore (When in Rome)
di Mark Steven Johnson, 2010
Se si sono visti abbastanza film nel corso della vita, nemmeno troppi, è semplice identificare i propri gusti a partire da indizi chiari ed evitare l’evitabile. Certo, vedere soprattutto o unicamente film brutti o che non rispondono a tali gusti è una tentazione forte, soprattutto per chi scrive in rete – perché la credenza vuole che una stroncatura sia sempre più stimolante/divertente di un elogio. Personalmente non ci credo più da tempo (leggi: voglio sapere cosa non devo perdere, capisco da solo cosa posso evitare) e anche se in passato mi sono spesso “sacrificato”, negli ultimi tempi cerco di concentrarmi su ciò che mi interessa davvero.
Poi uno si trova di fronte a una commedia romantico-fantastica ambientata a Roma e diretta dal regista di Daredevil e Ghost Rider e si chiede: si può davvero resistere a una tentazione simile? La presenza di questo post è una risposta a questa domanda.
E il film di MSJ è autenticamente la peggiore combinazione possibile dei suoi già malaugurati elementi: a memoria, è uno dei più brutti film che io abbia visto in tutta la mia vita. Ma se la prima metà del film è così sconclusionata, malfatta e disastrosamente imbecille da causare parecchie risate, perlopiù involontarie (ovvero si prova imbarazzo per le trovate comiche, ci si diverte ad analizzare gli sforzi disperati e vani per costruirle), soprattutto per la sgraziata parte italiana del film, da un certo punto in poi il film semplicemente smette di succedere, sgonfiandosi lentamente, diventando noioso e ripetitivo, basato unicamente su gag in cui gente cade e va a sbattere contro le cose oppure su pietose lungaggini romantiche, e abbandonando così per strada persino quel suo unico vago interesse, cioè il fascino da scultone sbagliato dalla testa i piedi che aveva accompagnato la prima mezzora.
Sulla già citata parte italiana del film (che ho visto in lingua originale, e non ho idea di come diavolo possa essere stato tradotto e adattato) sembrerebbe inutile sparare a vuoto, ma una cosa è infarcire un film di diffusi luoghi comuni sull’Italia (e vabbè, ci siamo abituati), un’altra è infarcirlo di luoghi tutt’altro che comuni, di roba che nessuno ha mai visto o sentito – matrimoni romani con ballerine di sirtaki, brindisi al grido di “Abbondanza!”, vecchie che sputano e, non ultime, famose fontane magiche che non esistono. Possibile che non sia mai passato un italiano, un mezzo italiano, un tizio che una volta è stato in Italia, insomma, qualcuno da quelle parti a dir loro – ma ragazzi, ma che cazzo state facendo qui?
vecchie che sputano? mmhh, interessante.
Peccato che la fontana non si sia animata come nell’ultimo GANTZ, sarebbe stato un degno finale…….
A.
Ah ma non è un porno? Pensavo fosse il nuovo film di Cytherea, avevo già addosso l’impermeabile.
Tra i luoghi (non) comuni anche il vaso anti-malocchio e
l’iPhone che non prende nel centro di Roma/e.
minchia il vaso anti-malocchio. MINCHIA.
Beh, se c’aveva come compagnia VENTO ce posso crede’…
il film PERFETTO. l’ho guardato tra l’incredulo e il disperato. poi non puoi fare altro che amarlo, e se non sei etero… la sola presenza di duhamel aiuta ad arrivare alla fine. (prete gay NUOVO MITO).
ma sai cosa, io non l’ho trovato così
terribile (= ok, brutto. brutto forte. ma non più brutto di altre
duecento commedie romantiche identiche a questa. non alza
l’asticella della bruttezza, non stabilisce un nuovo primato. direi
che è brutto standard), mi ha disturbato molto di più l’estrema
disonestà di mandare Kristen Bell in giro per talk show a
presentarla come una commedia *brillante*, di fare leva
sull’implicita idea che non scritturi tutti quei simpaticoni che ci
sono nel cast per fare la solita cazzata — quando poi si tratta
ESATTAMENTE della solita cazzata. insomma, sono molto più
arrabbiato col reparto marketing che non con chi ha fatto il film,
che poi avrei visto in ogni caso perché, andiamo, la
scena-dove-parlano-italiano era già leggenda prima ancora che il
film fosse ultimato.
Seguo il percorso di questo film sin dal giorno che comparve la scritta “When in Rome – PreProduction” su IMDB perchè gestivo un sito su Veronica Mars fino all’anno scorso e quindi attraversai tutta la fase ‘foto dal set’, ‘avvistamenti dei fan’, ‘primissimi trailers’, ‘primissimi promo’… e via dicendo.
Fu una cosa anche interessante perchè Kristen venne avvicinata da molti fan a Roma, quando girarono le scene in patria, e le testimonianze erano sempre molto positive e carine…
Non mi aspettavo una commediona, ma già dai trailers si notavano strafalcioni esagerati.
Accettabile per un Americano che sente due paroline italiane e vede il Cupolone a 3 centimetri sotto il terrazzo di un fantomatico albergo della capotale…. woooow, spaghetti, mandolino, pizza!!! E anche una vecchia cinquecento, ovvio!
Ma non si sono chiesti se ad un italiano avrebbe fatto piacere un ritratto della propria nazione completamente sbagliato??
La storia della fontana inesistente potrebbe pure essere comprensibile… forse non si poteva rompere le palle monopolizzando la Fontana di Trevi per le riprese, ma una fontana finta… che senso ha??
Sistemata in piazza Borghese. Sconosciuta ai più, in confronto di una qualsiasi Piazza Navona, Piazza del Popolo, Piazza di Spagna….
Non so se i monumenti siano non-raffigurabili, io avei sfruttato la Barcaccia, Piazza di Spagna e Trinità de’ Monti. Meno affollato della fontana di Trevi, ma pur sempre importantissimo luogo di Roma.
A me inquietò una scena del trailer in cui la sorella della protagonista appare nella terrazza dell’albergo di Roma dove alloggia e la Cupola di San Pietro, sullo sfondo, ha una dimensione innaturale che sarebbe giustificata solo se l’attrice si trovasse su un qualsiasi punto del piano superiore al colonnato… O__O
All’epoca notai anche altre cose parecchio incredibili, forse perchè ero appena rientrata da un viaggio di piacere nella capitale e avevo l’occhio ancora fresco, ora ho scordato certi dettagli…
Comunque, per concludere il romanzo, quoto Kaw che si dice deluso dalla promozione. E’ vero, si sono sprecate parole per elogiare il prodotto e invece si è rivelato una robaccia come tante altre.
Concludo scoprendo l’acqua calda dicendo che ormai i prodotti che meriterebbero una buona promozione, non hanno le finanze per avere la giusta esposizione al contrario di grossissime ciofeche che possono fare affidamento su un buon budget per sbandierare di qui e di la posteroni e trailer figosissimi e che comunque, nonostante il tam-tam, la loro identità di ciofeca non cambia….