I ragazzi stanno bene (The Kids Are All Right), Lisa Cholodenko 2010

I ragazzi stanno bene (The Kids Are All Right)
di Lisa Cholodenko, 2010

L’aspetto migliore di The Kids Are All Right è che non si tratta di un film a tema: pur essendo ambientato all’interno di una famiglia diversa dai canoni cosiddetti tradizionali (Jules e Nic sono due madri che hanno partorito un figlio ciascuna dal medesimo donatore) il film della Cholodenko non forza mai il discorso sulla diversità né sottolinea in modo particolare od ostentato l’alterità di questa famiglia californiana: è vero, il suo film racconta, in modo finalmente sereno e naturale, forse idilliaco per qualcuno, di un modo differente di intendere la famiglia, ma alla fine The Kids Are All Right si configura soprattutto come una storia di personaggi e di persone, diretta con grazia e scritta con un’onestà disarmante (la presenza di elementi autobiografici ha senza dubbio aiutato l’autrice) in cui la famiglia e il matrimonio sono sempre le stesse dolcissime e massacranti sfide, al di là dei confini del genere e della sessualità. E anche quella della Cholodenko è una sfida, di indipendenza (nonostante le star coinvolte il film è costato solo 4 milioni di dollari, è il frutto di una lunga gestazione e di un fund raising produttivo da parte della Cholodenko, ed è stato girato in tre settimane prima di incontrare al Sundance i favori unanimi della critica e la distribuzione di Focus Features) ma soprattutto di leggerezza e di talento – completamente vinta, anche grazie a uno dei cast più eccezionali della stagione, pure in un’annata in cui la gara tra gli ensemble è davvero tra le più ardue: Annette Bening in uno dei ruoli migliori della sua carriera, di sicuro il più acclamato, è affiancata da una Julianne Moore letteralmente impressionante che avrebbe meritato altrettanti premi, e un perfetto Mark Ruffalo chiude il triangolo al centro di una delle più piacevoli, fresche e commoventi commedie americane indipendenti degli ultimi tempi.

Il film esce nelle sale italiane il 4 marzo 2011 con Lucky Red.

9 Thoughts on “I ragazzi stanno bene (The Kids Are All Right), Lisa Cholodenko 2010

  1. Mi tocca vederlo, vero?

  2. Michele on 1 febbraio 2011 at 13:24 said:

    A mio parere invece un film sciapissimo, tirato via da morire e una noia mortale visto che praticamente non succede nulla. Non lo salvo per niente. Buono lo spunto di partenza, finisce per riciclarsi nella filmettino di ‘momento di crisi della coppia borghese’, con l’unica differenza che per la prima volta la coppia mostrata è omo.
    E rincaro la dose: se la Moore è effettivamente splendida, la Bening per quanto brava non mi ha detto nulla, ha fatto decisamente di meglio e l’idea che sia in competizione con la Portman per l’Oscar mi lascia perplesso vista la, per me, manifesta superiorità della seconda.

  3. Marina on 1 febbraio 2011 at 13:58 said:

    bello, bello, bello. Mi è rimasto nel cuore.

  4. Completamente d’accordo, anche secondo me il punto di forza del film è quello di mettere al centro della vicenda una famiglia allargata e trattarla come una famiglia tradizionale, cosa non da poco visto che nel 2011 c’è ancora chi non ha capito che in una famiglia è importante che ci sia amore e non la conta di ovaie e testicoli.

  5. giorgia on 1 febbraio 2011 at 14:22 said:

    anche io sono rimasta perplessa per le poche candidature della Moore, sarà che io la adoro e sono di parte…?

  6. Pingback: Tweets that mention I ragazzi stanno bene (The Kids Are All Right), Lisa Cholodenko 2010 » Memorie di un giovane cinefilo -- Topsy.com

  7. darwincarlo on 1 febbraio 2011 at 15:06 said:

    Io l’ho visto qualche settimana fa. Quando mi sono alzato dalla sedia ho sbattutto la testa contro lo specchio per mezz’ora, ripetendo: “Vorrei che la Bening fosse mia madre, vorrei che la Moore fosse mio padre, vorrei che la Bening fosse mi amadre, vorrei che…”. Ok, avete capito.
    Tutte e due recitano con impressionante bravura e se nello script ci fosse stato qualche intoppo (e non ce ne sono) l’avrebbero saltato a pie’ pari. Consigliatissimo. La regia non impressiona ma la scrittura e’ quasi perfetta, cosa che di questi tempi pare riuscire solo a Eggers (Away We Go) e a pochi altri sconosciuti di cui non si ricorda il nome.

  8. piaciuto un sacco. ma mi è rimasta l’impressione che il finale abbia voluto rassicurare troppo sulla tenuta della Famiglia, qualsiasi sia la sua natura. non so, mi sarei aspettata (spoiler alert) che il donatore potesse venire davvero inglobato e non rigettato come elemento disturbante l’equilibrio del nucleo.

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