Il truffacuori (L’arnacoeur)
di Pascal Chaumeil, 2010
L’esordio dietro la macchina da presa di Pascal Chaumeil, ex assistente alla regia del Luc Besson dei tempi d’oro, è passato nelle nostre sale pressoché inosservato: si tratta in realtà di un film gradevole e divertente, che riprende con mano sicura e ritmo implacabile un canovaccio piuttosto risaputo (quello della scoperta dell’Amore Vero da parte di un personaggio cinico e disilluso) e che utilizza come cardine della sua sceneggiatura scaltra e leggerissima proprio la consapevolezza degli stilemi del film amoroso a suo stesso vantaggio: invece di ribaltare i luoghi comuni dei rapporti psicologici tra giovani uomini e giovani donne li abbraccia in toto, sfruttandoli però puntualmente, con affetto derisorio e una fermissima padronanza del racconto. Dove fallisce semmai è nel contorno, con la sotto-trama riempitiva di Marc e Mélanie (la bravissima Julie Ferrier); la Paradis dal canto suo a volte sembra un po’ sperduta e fuori ruolo, mentre è invece perfetto il fascinoso bastardo Romain Duris, la cui bellezza francamente disturbante sospettiamo abbia considerevolmente sviato la nostra capacità di giudizio. Nell’impallidito noioso macrogenere della commedia romantica, un film sufficientemente intelligente e ben realizzato è un esemplare in via d’estinzione.