Scream 4
di Wes Craven, 2011
Ciò che non possiamo rimproverare a Wes Craven e al suo Scream 4 è la coerenza di fondo che lo lega ai capitoli precedenti e, ancora di più, a tutto ciò che è successo nel cinema horror, thriller, slasher e via dicendo negli ultimi 10 anni: il regista di Nightmare (e di New Nightmare) continua a raccontare con la medesima ironia di un tempo il cinema di genere filtrandolo attraverso la lente distorta della proliferazione commerciale e del culto cinefilo, e mentre la pratica dei sequel passa il testimone a quella dei remake Craven si ostina a fare un cinema che include la sua critica all’interno della rappresentazione. L’effetto del gioco di specchi può essere tanto esilarante quanto deprimente, a seconda di ciò che vogliamo mettere in cima alle priorità di un film simile: ciò che possiamo biasimare a Craven, semmai, è di avere fatto un film che, come già in Scream 3 (ma almeno senza quell’abbandono totale alla farsa) insiste con malcelata soddisfazione su questi elementi autoriflessivi dimenticando per strada il puro senso del racconto; ed è chiaro fin dal principio, da come apre le danze con un gioco di matrioske indubbiamente stimolante (anche se ingenuo e vecchiotto) che sarà questo il suo interesse, finendo infatti per ficcare molto presto la narrazione in un cul de sac, o meglio in un loop in cui il martellante turbinio di “spaventi” da manuale smette assai presto di essere efficace, e dietro a cui si intravede un vuoto coperto solo dalle amenità metatestuali, dalla variegata ricchezza del cast – tra cui spicca, come sempre, l’ormai lanciatissima Emma Roberts – e dagli ammiccamenti. Che poi sono l’anima del film, quella che permette sghignazzando senza troppe raffinatezze di passare sopra al senso di noia e di ripetitività di gran parte del film – almeno fino all’ultima mezzora, quella della “rivelazione”, che di per sé è assolutamente improbabile (e difficile da “indovinare”: chissà se di conseguenza o viceversa) ma che funziona alla perfezione per due motivi: perché Craven e Williamson mettono finalmente in campo un tema, un tema forte e preciso, che nell’ora e mezza precedente avevano purtroppo (ma volutamente) tralasciato; e perché è solo in questo punto, con un monologo tanto interminabile quanto necessario agli scopi del film, che si porta a compimento il rapporto strutturale tra il primo e quest’ultimo capitolo, fino ad allora lasciato solo nelle mani di di Kevin Williamson, e della sua logorrea superata e un po’ infantile.
SPOILER ALERT
Fosse finito con la dissolvenza in bianco sul viso della Roberts sarei anche stato disposto a perdonare la noia di gran parte della pellicola ma il secondo finale è proprio trito e ritrito. Nonostante lo spiegone e nonostante Williamson non sia Sorkin, l’idea era buona ma non han voluto portarla alle estreme conseguenze annacquandola nel solito finalaccio bu bu settete.
Craven e Williamson criticano un approccio che loro stessi applicano nel film, come se volessero giustificarsi, come se loro lo utilizzassero solo con quel fine (furbi?).
SPOILER!
La morte di Sidney e la conseguente vittoria della cuginetta, con il finale proposto da Nero sarebbero stati una soddisfazione (è vero), ma sarebbe stato un fuori tema. Il film tratta di remake ed è un rifacimento aggiornato del primo capitolo.
il problema di Scream4 è che è troppo autoreferenziale. Sciovinare una serie di film e citazioni potrà all’apparenza essere “cool” ma di base serve solo a un furbo scambio di spallucce tra il regista e il pubblico. Con Craven che dice “visto quante ne so? visto le citazioni colte?visto quanto accuso i meccanismi di tutti i film horror che avete visto?” e il pubblico autocompiaciuto perchè conosce quei 4 film e 4 quella nozioni (e grazie eh) che risponde “siamo con te. sei uno di noi. ci stiamo troppo dentro” con sorrisetti maliziosi. Ma questo gioco è uno specchietto per nascondere quello che c’è sotto. per nascondere quello che il film in realtà è. Noioso e scontato. E non è una scusante nascondersi dietro una critica facendo un film con i soliti stilemi che prendi in giro ma “hey lo sto facendo apposta perchè sono troppo avanti, metafisico e critico”. Dovrebbe essere un alibi? alla fine ci prende in giro tutto facendo il solito film visto e rivisto facendoci credere che però ha dei sottotesti della madonna. Mi pare che sia andato oltre arrivando a fare operazioni degne più di SCARY MOVIE che di SCREAM. e tra 10 anni quando qualche altro regista avrà inventato nuovi modi di fare horror di questo scream non rimarrà proprio nulla. e cosa farà Craven? ci farà un altro scream per farci un riassunto delle puntate precedenti? sinceramente anche no.
caro giovane, geniale e indispensabile cinefilo, stavolta non sono del tutto d’accordo con te. certo, quello di craven e williamson è un gioco un tantino ridondante, ma la saga si è rinnovata e il mix divertimento/tensione non manca. geniale la storia del remake, geniale l’incipit e anche i dialoghi, se vogliamo, per il cinefilo sono appassionanti. sull’assassino e la sua scoperta, sono sicuro che
SPOILER
craven ci abbia volutamente depistati, soprattutto con la vice sceriffo, e anche questo lo trovo geniale.
a me scream è piaciuto assai, e credo che questo sia il migliore dopo il primo, una sorta di new nightmare, come ha opportunamente citato tu!
Io non ho mai capito il senso di una serie come quella di Scream.
Anche il primo mi è sempre sembrato una totale schifezza, forse riabilitava il genere e lo spostava sul teen…
In ogni caso 4 film pessimi!!
ciò che dici è giusto, però per me è proprio lì che sta la forza del film. nella prima parte si gioca tutto sull’ironia e sull’autoreferenzialità, poi, dopo averti ingannato con un film quasi comico, nel finale ti dà la mazzata con una grande svolta horror. da un quarto capitolo di una saga era difficile aspettarsi di più