Harry Potter e i doni della morte – Parte 2, David Yates 2011

Harry Potter e i doni della morte – Parte 2 (Harry Potter and the Deathly Hallows: Part 2)
di David Yates, 2011

Il capitolo finale della saga cinematografica tratta dai libri di J.K. Rowling, una delle più lunghe e produttivamente impegnative di sempre, oltre che tra le più radicali nel contesto del cinema cosiddetto mainstream, è a tutti gli effetti una “seconda parte” – ma è talmente riuscito da far brillare di riflesso anche l’altra metà: così come il film precedente si soffermava per l’ultima volta sulle relazioni tra i personaggi, prendendo tempo e dilatandolo in un’attesa snervante e ricca di dettagli indirizzati soprattutto agli iniziati, in questo film – come ci si poteva aspettare – viene rilasciata l’anima più spettacolare della serie. Deathly Hallows si rivela così, nella sua interezza, la chiusa ideale di un ciclo segnato prima di tutto da un percorso di avvicinamento alla morte che non ha molto a che fare con le impressioni date dai primi due episodi, circa un decennio fa, né con l’iconografia generale del racconto per ragazzi, in cui la simbologia del legame tra Harry e Voldemort, dello scontro inesorabile e infinitamente rimandato tra i due, trova ineccepibili giustificazioni narrative e una sua – altrettanto inevitabile – conclusione. Un finale che, tra i suoi meriti, ha quello di rimettere il personaggio di Potter al centro dell’azione, in una rivisitazione matura e dark del romanzo di formazione in cui il rito di iniziazione definitivo non è più la scoperta della mortalità ma l’accettazione della morte stessa, del proprio ruolo sacrificale tatuato sulla fronte fin dalla prima pagina o dalla prima inquadratura; ma anche quello di dare finalmente il lustro che merita a un personaggio ambiguo e affascinante come quello di Severus Piton/Snape, protagonista di un flashback/backstory autenticamente commovente. Harry Potter è stato in tutti questi anni un esempio di cinema per ragazzi avvincente e intelligente, capace di reinventare se stesso sulle sue pur solidissime basi, di crescere di film in film insieme ai suoi spettatori come un solo, amatissimo quanto ingombrante, progetto: e le quasi cinque ore che compongono la doppietta finale sono probabilmente il punto più alto di questo difficile equilibrio. Forse questo ottavo film è il più diretto, addirittura il meno complicato dal punto di vista dell’adattamento, ma è anche il più appassionante, il più spaventoso, il più intenso, il più trasparente e cristallino, oltre che quello produttivamente più compiuto e meglio realizzato. Abbiamo aspettato, spesso e volentieri ce la siamo goduta, a volte ci siamo lamentati, ma ne è valsa la pena: non a caso questo è uno dei pochi film a potersi permettere il lusso di includere la nostalgia di se stesso.

6 Thoughts on “Harry Potter e i doni della morte – Parte 2, David Yates 2011

  1. enrico on 26 luglio 2011 at 13:08 said:

    mi sono annoiato molto a guardare quest’ultimo harry potter, forse il capitolo precedente era prolisso, ma molto evocativo nei paesaggi, negli stati d’animo, e più sfumato. capisco anche la necessità di “chiudere il discorso” e di spiegare tutto, con i lunghi e un po’ difficili da seguire flashback, ma resta comunque l’impressione di un film faticoso, pesante, troppo spiegato.
    Inoltre il finale – anche questo necessario immagino – suona come un pesante coperchio sopra alla possibilità di lasciare qualche spazio all’immaginazione. senza infamia e senza lode. Poco idee.

  2. Evviva! Lo descrivi proprio come io speravo che fosse!
    Io ho letto la saga – tutti i libri insieme – l’estate scorsa, ed è stata una cosa sconvolgente (sembrerà esagerato, ma io penso che sia così, perché non è da tutti essere in grado di tenere salde le redini di una costruzione così vasta, intricata e appassionante). E anche l’ultimo libro include la nostalgia di se stesso…
    La tua recensione è quasi emozionante :D
    Andrò al cinema la prossima settimana: non vedo l’ora.

  3. sarah on 26 luglio 2011 at 16:46 said:

    Concordo! finalmente una trasposizione di Harry Potter come si deve, avessero tenuto un livello simile anche nel realizzare i precedenti film, la saga non ne avrebbe perso di credibilità!

  4. Per me che sono cosi’ appassionato della serie il timore che non fosse all’altezza delle aspettative era grande. E invece e’ di gran lunga il piu’ riuscito degli 8 film con alcuni momenti veramente straordinari
    Mi sono anche un po’ commesso a un certo punto

  5. ma ti sei deciso a leggerla ‘sta saga o ancora ti accontenti del surrogato? XD
    a me e’ piaciucchiato devo dire, e non me lo aspettavo, i film di Yates sono i peggiori della saga per me…

  6. Paolo on 28 luglio 2011 at 09:41 said:

    non se ne può più di harry potter, dire che ha stufato è dire niente , sono dieci anni che lo sopportiamo, basta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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