Hanna
di Joe Wright, 2011
Dopo Espiazione, Joe Wright si è fatto la fama di uno a cui piace sfoggiare la sua tecnica (nessuno scorda l’interminabile carrello sulla spiaggia di Dunkirk) e anche in Hanna non se lo fa certo dire due volte. Non c’è nulla di così sfacciato, ma il piano-sequenza alla stazione (che si conclude con un combattimento) e tutte le fughe della protagonista (come la prima nei sotterranei e, soprattutto, quella tra i container) sono senza dubbio dei gran pezzi di bravura che contribuiscono a impreziosire il film e a controbilanciare in qualche modo le sue debolezze. Hanna non è infatti tutto appassionante come i suoi momenti migliori (oltre ai già citati inseguimenti, c’è un incipit davvero fulminante), è più interessante nei suoi singoli elementi che nello sviluppo narrativo, conosce qualche momento di stanca e qualche personaggio fuori tiro (l’adolescente logorroica di Jessica Barden, il personaggio di Martin Wuttke) e verso la fine Wright, cede alla tentazione di parlare e di spiegare un po’ troppo. Ma al di là della confezione eccellente (ottima la fotografia di Alwin Kuchler) le sue virtù superano di gran lunga i suoi problemi – e in cima tra tutte ci sono la strabiliante Marissa Weigler di Cate Blanchett (Tom Hollander, che si sforza un po’ troppo per tirare fuori un tipico villain da cult movie, rimane nella sua ombra) e la colonna sonora dei Chemical Brothers, uno score capace di diventare, soprattutto nelle sequenze più concitate, molto più di un mero accompagnamento alle immagini. Infine, tra le altre cose, la conferma della bravura e del talento di Saoirse Ronan: sembra sempre nata per quel ruolo, qualunque ruolo interpreti.
Concordo pienamente, ma rimane il fastidio per una sceneggiatura che sembra scritta da uno stidente di narratologia al primo anno, quando si è troppo impegnati a mettere nero su bianco le lezioni imparate sugli archetipi e le tappe del “viaggio dell’eroe”.
Una curiosità: ho finalmente scoperto come si pronuncia Saorse. Si legge Sirscia… giuro!
True story.
Io ve lo dico: a me Saoirse Ronan non fa impazzire. Non ho nulla contro di lei ma nemmeno a favore. Specie in un film in cui c’è Cate Blanchett che regala a piene mani lampi di gelida ambiguità.
ed ecco che quando tutti quelli che leggo e apprezzo mi segano il gioiellino torna a farsi sentire giovinvcinefilo a farmi sentire meno solo e come sempre sottolineando quello che farei io se sapessi usare la punteggiatura_condivido
niente di più niente di meno_ su Saoirse Ronan non siamo d’accordo, mi leggi nella mente
incipit molto bello e blanchett/ronan ottime, il resto è molti cliché e qualche wtf: perché berlino sembra la berlino del 1987?
dimenticavo, la cosa migliore sono le scene di menare, le avrei volute un po’ più lunghe.
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Visto ieri sera, scelto al volo perché ricordavo una tua bomba e non avevo voglia di spendere 20 euro per il capitano scudato in 3D.
Non male, ma ho trovato fastidiosamente macchiette la famigliola e il trio di picchiatori.
Giudizio quindi a metà, sono indeciso tra un 7 e un 5.
film molto bello e particolare. da vedere!