Super 8, J.J. Abrams 2011

Super 8
di J.J. Abrams, 2011

“Bad things happen, but you can still live”

Una volta assicurato lo spettacolo, perché J.J. Abrams ha già dimostrato con i suoi film precedenti di saper essere un regista ben più che capace e non solo un abile e scaltro produttore, un film come Super 8 poteva al massimo correre il rischio di risultare una fredda operazione commerciale a mero appannaggio di un target di riferimento. Dopotutto, si tratta di una dichiarata operazione-nostalgia, in cui si mette in scena una riproposizione di un modo di fare cinema hollywoodiano per ragazzi-senza-età reso immortale soprattutto (ma non solo) dalle produzioni di Spielberg e della Amblin (il logo in apertura regala il primo di una lunga serie di brividi) in modo quasi filologico, a partire dagli snodi narrativi fino ai singoli movimenti di macchina – facendo inoltre rientrare questa passione vorticosa e quasi ossessiva per il cinema nel racconto stesso, con i ragazzini del film alle prese con un film di zombi girato, appunto, in super 8, e con le camerette (siamo nel 1979) piene di poster di Romero, Carpenter e Star Wars.

Ma per nostra grande fortuna Super 8 è un film che non si limita a ripetere meccanicamente la lezione dei grossi nomi del passato a cui fa abilmente riferimento né a giocare con la vacua consapevolezza che spesso caratterizza il meta-cinema, e se il suo tributo a film come I Goonies, E.T., Explorers, eccetera è anche la dimostrazione della loro inflessibile attualità, il valore aggiunto di Super 8 è il suo essere un film che butta il cuore al di là della palizzata, proprio come facevano i suoi predecessori, un film che sfida il cinismo degli spettatori contemporanei con la fluidità del racconto e con l’ingenuità della meraviglia: ed ecco la dote inedita di Abrams, questo senso dell’incanto che lascia stupefatti, eccitati – e se si trattava di un passaggio di testimone tra Spielberg e il regista di Star Trek, possiamo dire che è andato a buon fine. Per chi è cresciuto guardando storie di ragazzini che diventavano grandi sfidando il proprio coraggio, Super 8 è un film che fa quasi scoppiare il cuore; per tutti gli altri è “semplicemente” un bellissimo film da non perdere.

Impossibile non citare, all’interno di un cast perfetto (inclusi tutti i ragazzini), l’intensa performance della spaventosa tredicenne Elle Fanning: la scena in cui guarda insieme a Joe i filmati della madre è davvero commovente, ma quella in cui prova la sua parte di fronte agli sguardi attoniti dei suoi coetanei è da applausi a scena aperta.

21 Thoughts on “Super 8, J.J. Abrams 2011

  1. Giuseppe on 16 settembre 2011 at 01:28 said:

    J.J. Abrams NO!! E lo dico senza aver visto il film.

  2. valentina on 16 settembre 2011 at 08:25 said:

    assolutamente d’accordo. bisogna avere un cuore di pietra per non essersi sciolti di fronte a certe scene, gli effetti speciali lo attualizzano e quindi ben vengano, per me è da 8 pieno.

  3. super film, super jj, super elle fanning: super 8!

  4. Gatto Nero on 16 settembre 2011 at 10:09 said:

    L’unica vera domanda è: me lo vedo in italiano o è meglio in lingua originale?
    (O meglio: è *imprescindibile* vederlo in lingua originale?)

  5. Concordo con molte cose che hai scritto Kekkoz, ma il mio giudizio sul film purtroppo è meno compatto del tuo.

    In particolare, mi pare che Abrams abbia molto più a cuore (e ha tutta la mia approvazione) il gruppo dei protagonisti che non la storia dell’alieno, che di conseguenza non mi ha convinto più di tanto, sembra quasi tirata via.

    Detto questo, è un film a cui è impossibile volere male ma che allo stesso tempo, forse, non ha dato tutto ciò che poteva, già in fase di scrittura.

    Su Elle Fanning aggiungo una terza scena: quella in cui “diventa zombie” davanti agli occhi increduli di un Joel Courtney ormai cotto a puntino.

  6. La scena dell’incidente del treno merita da sola il prezzo del biglietto. Come studiare ad arte una scena solo apparentemente caotica.
    Incidente Artistico.

  7. @gattoNero: io l’ho visto in lingua originale…ma secondo me non e’ affatto indispensabile per un film del genere.

  8. Gatto, sai bene che a me non devi nemmeno chiederlo.

  9. Prima di vederlo, ne avevo sentito parlare in giro come un’occasione in parte persa, qualcosa di carino ma “già visto”. Io non riesco a spiegarmi questa freddezza (anche per questo apprezzo molto questa recensione). Forse il problema è essere cresciuti. Per me è stato come viaggiare nel tempo. Sono tornata ad essere la bambina che guardava i Goonies a bocca a aperta, sperando, prima o poi, di vivere un’avventura come quella, senza fare analisi di nessun genere. Non pensavo che si potessero ancora fare come questi. Il tentativo di Joe Dante, seppur molto buono, non mi aveva convinto del tutto. Probabilmente sono un’ottusa passatista, con la tendenza a considerare la propria infanzia come un mito intoccabile da celebrare, non interpretabile in chiave moderna. Super 8, invece, riesce a rimettere in scena quelle atmosfere, riuscendo ad adattarsi anche al gusto di questo decennio, senza snaturare il modello. E come hai detto tu, non è stato mero citazionismo. C’è molto di J. J. Abrams in questo film.
    Voglio sperare che piaccia ai ragazzini di oggi, che il pubblico non sia cambiato così tanto in questi 20 anni. Per quanto mi riguarda, al cinema, qualche giorno fa, vorrei aver avuto 8 anni.

  10. Visto in italiano, non è nemmeno poi così schifissimo, non ho solo capito perché la voce dell’occhialuto è stata resa esageratamente lagnosa.
    A me la Fanning ha fatto impazzire anche quando prova a fare la zombie in faccia a Preston. Poi magari è una cosa facile da fare, ma mi ha colpito molto.

  11. Borden e effemmeffe, grazie infinte di aver citato entrambi quella terza scena con Elle, avete ragione: mostruosamente brava.

  12. Prego ;-)

    Del resto che fosse un fenomeno si era già capito nel bellissimo Somewhere. Adesso sarei curioso di vederla in un film di Nolan, possibilmente del livello di Inception o Il Cavaliere Oscuro… Chissà, magari il buon Chris una volta o l’altra la arruolerà…

  13. Caterina on 17 settembre 2011 at 18:32 said:

    Caspita se è brava Elle Fanning..ma più che in “Somewhere”,era già bravissima quando recitò in “Phoebe in wonderland”, lì penso avesse nove,massimo dieci anni.

  14. L’unico neo sta nella scena in cui i due ragazzini (il regista ciccio perdente e il bellino che avrà la donna, vincente) si confrontano.
    In quel momento, il futuro regista ciccio doveva confessare il suo amore per il ragazzino e il suo dispiacere nel vederlo sbavare per la ragazzina.
    Pazienza, sarà per la prossima volta.
    No, scherzo.
    Abrams aveva 13 anni nel 1979, l’età del protagonista e come me, come noi cresciuti nell’era dell’analogico (io avevo una mdp super 8 con cui ho girato un paio di filmini familiari) ha girato una stupenda (forse, probabilmente ipocrita) dichiarazione di intenti a favore del cinema con una sceneggiatura, con gli effetti speciali meccanici (il trenino costruito dal protagonista), con la voglia di fare cinema in controtendenza coi robottoni.
    Quando il giovane regista dice “non basta avere una buona scena di uccisione di zombie” occorre avere una sceneggiatura, questa è una dichiarazione politica: non basta avere una buona scena di robottoni che si ribaltano e figata! occorre avere una sceneggiatura.
    Cosa di cui sono convinti tutti i registi a basso budget.
    Quelli ad alto budget che sfornano cagate che esaltano il pubblico americano di massa, la pensano diversamente.
    Abrams è a metà del guado. Vediamo dove vuole stare.

  15. Ma le vere operazioni nostalgia sono solo le ri-proiezioni in digitale di quei film, non sta roba che pur leggera e non urticante è solo un’altra presa in giro. L’alieno ha la stessa fisionomia di un transformers, il rumore del sonoro è eccessivo (e non è che ho le orecchie sensibili), e l’unica cifra stilistica di Abrams a quanto pare sono quei cazzo di flares di cui non capisco l’utilità. Ma poi sostanzialmente un film dei Transformers è già molto spielberghiano, e allora qual è la differenza con questo Super 8? Che questo più esplicitamente vuole essere uguale uguale a quelli dell’epoca?

  16. Concordo con la maggior parte della tua recensione, ma a me il film ha lasciato un senso di freddezza finale. Mi sono commossa sia davanti alla storia che davanti alla bravura degli interpreti, ma sentivo sempre come se ci fosse una maschera di finzione, un “voler a tutti i costi rifare gli anni ’80″, e mi tornavano sempre alla mente i grandi film che hai citato.
    Forse mi aspettavo molto, molto di più!
    Gran bel blog comunque, se ti va passa a dare un’occhiata al mio visto che condividiamo la stessa passione (e anche qualche titolo recensito!!)
    Buona giornata
    Babol

  17. michele on 20 settembre 2011 at 15:30 said:

    Non condivido la tua opinione ma non escludo che il magico meccanismo emotivo che mi ha fatto amare i film di Spielberg si sia in me ormai rotto.

    Trovo tuttavia il film freddo, privo di emozioni e con una sceneggiatura piuttosto scadente. Visto che sono stati citati i Goonies vi faccio ricordare l’intensità ed il ritmo delle avventure vissute dai protagonisti, tra fughe, trappole, separazioni, riavvicinamenti…cose che mancano in questo Super 8.

    Secondo me il problema qui è che Abrams si limita a mostrare uno scorcio di quegli anni, da nostalgico (fin troppo piene di feticci le location, troppe citazioni all in one) ed osservatore, ma senza saper costruire all’interno di tale contesto una storia valida.

  18. Kekkoz sono in gran parte d’accordo col tuo pezzo. E’ davvero un’operazione nostalgia quella compiuta da J.J. Ma non con mielismi o lacrimucce (anche se il solo ricordo de “I Goonies” fa un pochetto commuovere!). Abrams tiene saldo in pugno il suo progetto e crea un film come forse oggi non si pensava più di poter fare. Come ho scritto sul pezzo del mio blog, è un film per cinefili, per chi ama il vintage cinematografico. Il gusto retrò va sempre di moda e J.J. è così avanti da averlo ben compreso!

  19. A me è piaciuto e mi ha fatto lo stesso effetto nostalgico… Brava sia la Fanning che il protagonista, Joel Courtney. Ciao!
    (io ne ho parlato qui: http://cookingmovies.blogspot.com/2011/09/super-8-goonies-meet-cloverfield.html#links )

  20. tuttle on 25 settembre 2011 at 12:33 said:

    al di là dell’emotività e al legame nostalgico all’epoca, la pellicola di abrams secondo me non funziona da quasi nessun puto di vista: la sceneggiatura è a mio avviso imbarazante, tutto succede a caso e i personaggio son delle macchiette. tecnicamene è ineccepibile (il MINIMO che chiedo ad una produzione come questa) ma se parlo di linguaggio e di regia salvo solo la scena di apertura (con i numeri sostituiti che raccontano tutto in pochi secondi) e i primi minuti fino all’incidente spettacolare. e poi? il nulla.
    nulla narrativo, retorica a gogo e una storia della quale non-frega-un-cazzo-a-nessuno. la parte interessante emerge raramente nelle scene di “ripresa” che vanno a fondersi con quel che accade, ma sono momenti sporadici.

    goonnies e explorer vincono a mani bassissime e non basta un’incredibile elle fanning a risollevare il film dal disinteresse più totale.

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