el pube è un pilota / guida non esaustiva alle nuove serie tv (settembre 2011)

Vi ricordate quando facevo quei post lunghissimi e faticosi sulle serie tv? Ecco, questo è uno di quei post. Si era capito. Ero quasi convinto a non farlo più, perché tanto ci sono gli amici di Serialmente che fanno tutto il lavoro sporco, ma le vostre continue insistenze (è tutto vero) mi hanno fatto cambiare idea. Siete così carini! Inutile che vi dica come funziona, queste sono opinioni campate per aria sulla sola base del primo episodio di queste nuove serie, quindi non hanno nulla di serio o ponderato. Andiamo a cominciare.

Nel panorama delle comedy, dove sopravvivono alcuni pilastri tra cui quel capolavoro di Community (arrivato per miracolo alla terza stagione, nonostante l’enorme fanbase), la sempre più meravigliosa Parks and Recreation e una serie evergreen ma sempre adorabile come How I Met Your Mother, ci sono alcune novità da tenere d’occhio. La premessa essenziale è che io con questo tipo di serie sono permissivo: in fondo occupano “solo” 20 minuti del mio tempo, quindi permetto loro di essere “solo” divertenti. E questo è il motivo per cui le seguo quasi tutte, se non fanno vomitare.

La mia preferita del gruppo è Free Agents (NBC) i cui protagonisti sono due PR quarantenni, vedova lei e divorziato lui. L’inizio in medias res è geniale, la serie in sé non è nulla di originale ma è scritta benissimo e recitata ancora meglio: lui è l’ottimo caratterista (e voice actor dei Simpson, per dirne una) Hank Azaria, lei è la favolosa Kathryn Hahn che avevo addocchiato nel brutto The Goods, e l’assistente interpretata da Natasha Leggero è già la mia comprimaria preferita della stagione. Divertente, tenera e malinconica. Gli ascolti sembrano aver sancito una mezza condanna, ma sarebbe uno spreco.

Invece è una mezza delusione Up All Night (NBC), creata da una ex autrice del SNL: il terzetto di protagonisti (Will Arnett ancora con le ossa rotte dopo il flop di Running Wilde, Christina Applegate e Maya Rudolph che nel frattempo è diventata un pezzo grosso grazie a Bridesmaids) dovrebbe bastare da solo a fare la felicità di qualunque fan della commedia americana odierna, eppure il primo episodio ingrana a fatica, si sorride tanto e si ride poco, l’adorata Maya fa una specie di Oprah ed è vivace ma mai irresistibile. Per adesso, tanta potenza e poco atto. La tengo d’occhio per affetto, ma le do al massimo quattro-cinque episodi per decidersi a conquistarmi.

Una serie che invece mantiene subito tutto ciò che promette è New Girl (Fox), il cui fulcro è il personaggio di Zooey Deschanel (una ragazza cornificata che va a condividere un appartamento con tre ragazzi) ma anche lo “stile” stralunato e inconfondibile dell’interprete. Questo significa una cosa sola: se odiate Zooey Deschanel, state alla larga. Lo so, che siete in tanti. Personalmente, non solo non ho nulla contro di lei, ma trovo che sia divertentissima, anche perché il ruolo le calza addosso come un guanto. Un vero peccato invece che Damon Wayans Jr. abbia dovuto abbandonare la serie dopo il pilot (è impegnato con Happy Endings) perché è una delle cose migliori del primo episodio.

Unica di queste serie a essere girata in “multi-camera” e con risate preregistrate, 2 Broke Girls (CBS), co-creata dalla comica Whitney Cumming (che ha fatto doppietta con l’autobiografica Whitney) è un tentativo di rimettere in campo una sit-com di impianto classico ma con dialoghi aggiornati ai tempi – ovvero: molto sesso, nei ristretti limiti concessi dal network. Si gioca basso, quindi, e la serie sarebbe accantonabile se non fosse per le due bravissime protagoniste, Beth Behrs e Kat Dennings: la prima interpreta una Paris Hilton rimasta senza un quattrino, la seconda interpreta se stessa. Quindi, anche qui: se non vi piace Kat, non provateci nemmeno. A me piace un bel po’. E nonostante tutto, questa è la nuova serie che mi ha fatto ridere di più. Non era questo lo scopo?

L’ultima serie in ordine di tempo a iniziare è stata Suburgatory (ABC), e potrebbe davvero diventare la migliore comedy di questo autunno. Almeno, ne ha le potenzialità: la storia è semplice e tutt’altro che inedita (una sagace ragazza di Manhattan è costretta dal padre a trasferirsi in un tipico sobborgo residenziale) ma è diretta con mano sicura, ha dialoghi brillanti, un taglio leggermente grottesco che non guasta, una protagonista deliziosa (Jane Levy) e c’è pure Alan Tudyk che è sempre un bel vedere. Ci sono degli aggiustamenti da fare, il pilot non è proprio scoppiettante, ma la serie è assolutamente promossa.

Basta con il ridere. It’s drama, bitches.

Il nome di JJ Abrams riesce ancora a farci tremare: da Lost non ci siamo più ripresi, Fringe continua a essere un punto fermo anche in questa difficile quarta stagione, la sua carriera cinematografica è ormai ben più che avviata. Ma non sempre va per il verso giusto: avete già dimenticato il terribile Undercovers? Ma Person of Interest (CBS), prodotto dalla sua Bad Robot, ha un’arma in più: la serie è infatti stata ideata da Jonathan Nolan, fratello di Christopher nonché suo fedele co-sceneggiatore, e nel pilot l’anima nolaniana si vede eccome. Basata su un’idea brillante che aggiorna le paranoie di Nemico Pubblico al post-9/11 mescolando al cospirazionismo un accenno di hard sci-fi ancora tutto da sviluppare, questa è in assoluto la serie con il miglior potenziale dell’intera stagione. E che ora deve decidere da che parte andare: episodi verticali che ne confermerebbero l’incredibile robustezza rischiando però di perdere in fidelizzazione, oppure una complessa trama orizzontale che ci tenga appiccicati di settimana in settimana rischiando però di alienare gli spettatori meno pazienti? Ho due parole per chi avesse dei dubbi: Michael Emerson.

La serie di cui si è parlato di più in questi ultimi mesi è però Terra Nova (Fox), co-prodotta dalla Amblin di Steven Spielberg, anche a causa del ritardo nella messa in onda, prevista inizialmente a maggio. Girata con un budget importante (circa 4 milioni per episodio), è ambientata in un futuro non lontano in cui, a un passo dall’estinzione, gli scienziati mandano alcuni fortunati nell’era dei dinosauri per formare una nuova civiltà dalla radice. In una colonia governata dai militari! Non potrà che andare tutto bene! Fortunatamente il pilot risponde subito e bene alla domanda che qualunque appassionato di time travel non poteva che porsi (andando nel passato non cambiano il futuro? no, si tratta di una timeline alternativa. punto. FORSE.) . L’impronta spielberghiana si vede più nei rapporti tra i personaggi che nei dinosauri: purtroppo però sono proprio i personaggi l’aspetto più debole, appena si fermano un attimo cominciano a dire sciocchezze e comportarsi come idioti. Ma quando interviene l’azione e l’avventura c’è da divertirsi. In definitiva è la serie più naif dell’anno, gli effetti speciali non sono sempre al passo con i tempi, ma è indubbiamente uno spasso.

Due tipologie di serie tv che, a parte alcune eccezioni, non riesco a mandar giù, sono i medical drama e i procedurali. Due nuove serie tv hanno inserito in questo canone due varianti che potrebbero svecchiare il genere. La prima è A Gifted Man (CBS), il cui protagonista (interpretato da Patrick Wilson) è uno stimato, ricco e famoso neurochirurgo che dopo aver incrociato per caso la sua ex moglie scopre che questa è morta due settimane prima. Non devo nemmeno dirvelo, la rivedrà molto spesso. La serie è quindi un misto di medical drama (già nel primo episodio c’è un “caso da risolvere”, una giovane campionessa di tennis con un aneurisma) e ghost-story che mi lascerebbe del tutto indifferente se non avessi visto il pilot. Che ha un vantaggio competitivo notevole: è diretto da un grande regista, ovvero Jonathan Demme, che co-produce la serie insieme alla creatrice Susannah Grant. E infatti l’episodio è bello, bellissimo, forse il migliore tra quelli citati in questo post. Cosa ne sarà di questa serie nelle mani di registi “normali”?

Unforgettable (CBS) è invece un poliziesco procedurale abbastanza standard, ma la variante è altrettanto significativa: la protagonista Carrie (interpretata dalla bella sandrona Poppy Montgomery) soffre di una condizione chiamata ipertimesia. Ovvero si ricorda tutto, ma proprio tutto, un po’ come il Funes di Borges (passatemela), e se questo “potere” le permette di risolvere casi indistricabili le causa anche qualche casino nella sua vita privata. Il pilot funziona, la rappresentazione dell’ipertimesia sullo schermo è ben congegnata: non è particolarmente appassionante (anzi), ma con margini di miglioramento.

La tv britannica ha dato tantissime soddisfazioni negli ultimi mesi. Oltre a Doctor Who (che è pur sempre la mia serie preferita di sempre, o quasi, e mi risulta impossibile non citarlo visto il livello ormai irraggiungibile a cui è arrivato sotto l’egida di Steven Moffat) ci siamo tutti innamorati di Misfits (che si prepara alla terza stagione de-Nathanizzata con un sit-in di fan incazzati) ma anche di Sherlock e di Downton Abbey – senza contare due serie estive davvero eccellenti (di cui per ora ho visto solo il pilot) ovvero The Shadow Line e The Hour.

Per l’autunno invece la serie inglese da non perdere per ora è The Fades (BBC): impossibile da raccontare senza rivelare troppo della sua complessa mitologia, la serie creata da Jack Thorne (già co-ideatore di This is England ’86 accanto a Shane Meadows) è un miscuglione bizzarro e frastornante di fantascienza apocalittica, teen drama, citazionismo geek e horror puro che mi ha fatto innamorare a prima vista. Ricca di dialoghi brillanti e con un’impianto visivo e narrativo allucinato, è già la beniamina della stagione.

E adesso veniamo alle serie che ho già deciso di abbandonare prima ancora di iniziare.

Non provo alcun rimorso nell’abbandonare una serie dopo il pilot. Servono a quello: hai 40 minuti per dimostrarmi che te ne dovrò regalare un migliaio, se non riesci a trattenermi tra noi non ci sarà mai molto da dire. Le eccezioni esistono, ma sono certo che se una di queste serie si risolleverà sarete in decine ad avvertirmi. Wink!

La prima (anche se le darò una seconda possibilità) è Pan Am (ABC), una delle due nuove serie che questo autunno provano a monetizzare sul successo ormai inarrestabile di Mad Men, che anche con la quarta stagione si è confermata uno dei migliori drama di sempre. Sfortunatamente il prestito è solo superficiale: non bastano gli abiti d’epoca a fare un Don Draper, la serie è artificiosa e pare fatta di plastica, e se la timeline spionistica è stimolante tutte le altre sono risapute e noiose nonostante dietro ci sia un pezzo da novanta come Thomas Schlamme. Il responso della critica (e degli amichetti) è un po’ più positivo e la serie ha già molti fan: non fidatevi di me. Anche The Playboy Club (NBC) condivide la stessa ambizione, ma qui va decisamente peggio: l’attesissima (e già discussa mesi prima della messa in onda) serie ambientata nella Chicago degli anni ’60 è una soap opera irritante, sciapa e ammiccante che ha pure il pelo sullo stomaco di spacciarsi per una roba sull’emancipazione femminile. Brutta senza mezze misure, e senza nemmeno la consolazione del lol. Sprecare così Amber Heard dovrebbe avere conseguenze penali.

Da dimenticare anche Revenge (ABC), che dovrebbe essere ispirata vagamente al Conte di Montecristo. Il passo falso in questo caso è a monte, nella scelta di Emily VanCamp, che viene da Brothers & Sisters: una faccia da pesce lesso del tutto inadatta a un ruolo da protagonista, affossa la serie prima che ci pensino i soliti terribili flashback fatti a cazzo di cane e una trama di cui non ci frega più dopo venti minuti – e infatti l’ho abbandonata dopo venti minuti. Non so come sono arrivato a 29 minuti del pilot di Charlie’s Angels (ABC), reboot della classica serie con Farah Fawcett e Kate Jackson, il più grosso disastro della stagione: l’unica idea (quella di seccare una delle angels) viene bruciata dopo 5 minuti, il resto è un specie di circo del fail, le attrici sembrano tutte la fotocopia malriuscita di attrici meno incapaci, ma l’apice è Bosley che è diventato un trentenne portoricano figo e infoiato. Ho spento quando nella colonna sonora è spuntata la lambada di Jennifer Lopez: troppo per chiunque.

Infine c’è Ringer (The CW), la serie che vede il ritorno di Sarah Michelle Gellar in un doppio ruolo da protagonista nella parte di un’alcolista in fuga da un pericoloso assassino e della ricca ma incasinata sorella gemella: quest’ultima scompare durante una gita in barca, così la prima decide di impossessarsi della sua identità. Impossibile comprendere come, dopo aver scritto, girato e montato questa roba, nessuno ma proprio nessuno (che so, Sarah Michelle Gellar) si sia fermato e abbia chiesto: ma davvero lo stiamo facendo? In fondo vi consiglio di spenderci una ventina di minuti perché non credo di avere parole per descrivere l’idiozia generale dei dialoghi e soprattutto il livello amatoriale della messa in scena: l’ormai celeberrima scena della barca non è l’unico momento risibile del pilot ma lo rappresenta alla perfezione. Insomma, Ringer si configura da subito come una di quelle serie brutte che la gente guarda apposta perché sono brutte, e una tattica ipotetica per il futuro è che spinga sempre di più sul ridicolo involontario e sull’effetto-telenovela. Mi auguro che si prendano un po’ meno sul serio e la buttino in caciara. Io scelgo la vita.

Per ora è tutto. Ci rivediamo tra un mese per parlare di Homeland, EnlightenedAmerican Horror Story, Grimm, Once Upon a Time, Man Up, Boss e Allen Gregory.

37 Thoughts on “el pube è un pilota / guida non esaustiva alle nuove serie tv (settembre 2011)

  1. rasierte? docce chiare/docce scure? baby busen? extra busen?
    niente?
    cuba dei gibson brothers?

  2. grazia on 30 settembre 2011 at 11:08 said:

    una domanda kekkoz, tu dici
    “Due tipologie di serie tv che, a parte alcune eccezioni, non riesco a mandar giù, sono i medical drama e i procedurali.”
    mi piacerebbe sapere quali sono le eccezioni! grazie e bravo.

    • Prego e grazie. Boh, per esempio qualche episodio di Cold Case, o la prima stagione di Numb3rs… i medical invece non sono proprio la mia fetta di torta, l’unica serie ambientata in ospedale che abbia mai seguito è Scrubs ;)

  3. Come ben sai, Ringer – essendo interpretato da BUFFY – è incriticabile, per la regola secondo la quale anche una sottocomparsa di BAFFI dà valore di opera d’arte alle serie TV che li vedono protagonisti (o sottocomparse).

  4. Gatto, non l’hai visto, non puoi sapere l’orrore

  5. Io aspetto solo il crossover Doctor Who/Torchwood perché John Borrowman ha detto che lo vuole e quindi si deve fare e finché non lo faranno non guarderò più serie tv anche perché dopo la sesta del Doctor tutto il resto non ha più importanza. :)

  6. zonix88 on 30 settembre 2011 at 14:12 said:

    A person of interest darò una seconda possibilità, a Terranova no, ne ho avuto abbastanza di Falling skies.

    PS: A novembre inizia pure Hell on Wheels! AMC, punto.

    • Uhm, di Falling Skies ho visto solo il pilot (poi ho mollato), ma per il momento Terra Nova mi sembra enormemente più divertente…
      Heel on Wheels! WOO!

  7. Ah, mi sono dimenticato di specificare che Free Agents è il remake di una serie tv inglese del 2009, composta di sei episodi.
    L’originale si può acquistare su Play a una decina di euro.

  8. Alinola on 30 settembre 2011 at 15:20 said:

    A me Free Agents Uk è piaciuto tantissimo e aspettavo giusto il pube è un pilota per sapere se infilarmi anche nella versione Us…
    Per il resto volevo solo dire che io sono tra quelli che la Deschanel la odiano a pelle e tenacemente. Ho cercato di boicottare in tutti i modi New girl non facendomelo piacere. Ma giuro, non ce l’ho fatta. Mi ha conquistata nonostante all’improvviso nel secondo episodio compaia dal nulla il sostiuto di Damon Wayans Jr.
    E comunque un bentornato alla nostra guida non esaustiva preferita.

  9. Up all night non riesce a coinvolgermi a pieno, nonostante quel fior fior di cast. Credo che gli darò qualche altro episodio di margine, poi mollo. Mi sembra un po’ vecchiotta come stile.
    New girl neanche mi fa impazzire. voglio dire, è sempre lo stesso canovaccio. forse se uno adora la Deschanel è tutto a posto… Ma nel mio caso sto facendo lo stesso pensiero di Up all night…
    Free agents pensavo di mollarlo lì ma ora m’hai messo curiosità.

    Terra Nova mi fa solo temere il problemino di The walking dead… pochi dinosauri. una serie così, con quel budget, mi deve riempire lo schermo di attacchi di carnosauri e via dicendo!

    The Playboy club ha le sue carenze, non c’è dubbio, è un po’ risaputo… anche se col secondo episodio si risolleva un po’ (ma giusto un po’). sono ancora disposto a dargli un po’ di fiducia, però.
    Neanche Revenge mi è sembrato così pessimo, anche se pure i colleghi di serialmente lo han trattato maluccio.
    Su Ringer son arrivato al terzo episodio ma in effetti mi sto chiedendo perché sia arrivato al terzo episodio!

  10. amos palumbo on 30 settembre 2011 at 15:34 said:

    grazie kekkoz, la tua guida è utilissima, così mi evito pan am e playboy club che non avevo nessuna voglia di vedere, ma un istinto masochista mi spingeva a farlo.
    per il resto, concordo praticamente su tutto, tranne person of interest che nonostante un cast fantastico ho mollato dopo 15 minuti, ma temo sia un problema mio. quando capisco che una serie è impostata potenzialmente per durare all’infinito con molto sviluppo verticale e poco orizzontale la mia passione crolla.

    ps. per i procedurali, guardati silk.. secondo me merita

  11. woot!
    Finalmente le mie preghiere serali sono state esaudite, un pube è un pilota nuovo!
    E sono pure d’accordo con quasi tutti i giudizi delle serie che abbiamo in comune…
    Prime suspect non l’hai visto? Ce l’ho in coda e su serialmente ne parlano abbastanza bene, un poliziesco fatto come si deve manca da un po’.

    • Prime Suspect stavo per iniziarlo, poi ho pensato che forse mi piacerebbe vedere prima l’originale. Me lo tengo lì, magari lo recupero più avanti.
      (quando dico così non lo faccio mai)

      • Visto ieri, la versione attuale.
        Decisamente ben fatto, resta da vedere se diventerà un caso a puntata o vorranno farlo più orizzontale, ma il pilot mi è proprio piaciuto.
        (pure io ho iniziato a vederlo perché se lascio qualcosa indietro poi non la recupero mai…)

  12. giorgia on 30 settembre 2011 at 16:12 said:

    grazie per aver fatto il lavoro sporco ancora una volta, tu ci vizi

  13. Quasi quasi mi vergogno a dire che a me Ringer sta piacendo, anche se in effetti è un po’ presto per giudicare visto che per adesso sono solo a due episodi.
    Le altre serie invece non le conosco… o__O

  14. darò un’occhiata a Free Agents, The New Girl e A Gifted Man (sebbene mi stia antipatico il protagonista) e anche Unforgettable & The Fades. Peccato per la serie della Gellar, lei mi piace.

  15. ho visto the fade, gran roba e anche unforgettable che poi io soffro dello stesso problema della tizia ma assomiglio più a miss marple

  16. Aldo (vecchiocinefilo) on 30 settembre 2011 at 22:25 said:

    A chi può interessare un (mini)commento di una serie non citata: Falling Skies .
    Premetto che sono un super-appassionato di Sci-Fi, ho amato (a tratti) Spielberg e sono un fan di Noah Wyle (a causa di E.R.)… però Falling Skyes è troppo anche per me: ho visto il pilot e le prime 4 puntate dicendomi più volte: migliorerà, migliorerà… ma non c’è stato niente da fare, anzi, è peggiorata !! (al peggio non c’è mai limite).
    Non vedrei la quinta puntata neanche con una pistola alla tempia. E poi era brutto perfino il pilot.
    Aldo (vecchiocinefilo)

    • aldo, non ho citato falling skies perché è un serie iniziata a giugno, in ogni caso (come ho scritto qualche commento fa) il pilot non mi ha convinto e l’ho subito abbandonata. alcuni amici però mi hanno assicurato che dopo quattro-cinque episodi migliora… chissà.

      • amos palumbo on 3 ottobre 2011 at 14:30 said:

        i tuoi amici non ti vogliono bene…:-) io l’ho mollato alla quarta. peggiora…eccome se peggiora

  17. io Ringer devo ancora provarlo ma non puoi distruggere cosi’ le mie speranze che ne valga la pena ;_;

  18. dario dp on 1 ottobre 2011 at 20:09 said:

    PanAm. Posto che non regge nessun confronto con madmen, il pilot mi ha lasciato incuriosito il giusto, ci sono elementi positivi e altri mica tanto. Si dovrà vedere secondo me come verranno gestite le storie corali e gli storyarc…

    New girl… boh… parte malissimo, i primi 5 minuti sono una delle robe più brutte che ho visto, poi si riprende benino… devo vedere la seconda…

    ***
    I procedural… criminal minds è stata capace di storie meravigliose, ma ha saltato lo squalo da un po’.

    Per i medical sono d’accordo, ma Dr. House direi che fa eccezione

    • dario dp on 2 ottobre 2011 at 19:22 said:

      Nel frattempo ho visto anche the playboy club

      molto più noiso e insipido di panam… e diere molto meno promettente

  19. CiccioFormaggio on 2 ottobre 2011 at 16:14 said:

    Neanche una menzione alla migliore serie della storia? (Breaking Bad ma non dovrei neanche dirvelo)

    • CiccioFormaggio, non ho citato Breaking Bad perché qui si parla soprattutto di serie nuove e nemmeno tra le righe c’era l’aggancio (magari spunterà fuori quando torneremo a parlare di AMC?) ma è anche una delle mie preferite. soprattutto a partire dalla terza stagione… come ben sai.

  20. papple on 2 ottobre 2011 at 17:02 said:

    Pure Mildred Pierce di Todd Haynes
    promette bene!

  21. amos palumbo on 3 ottobre 2011 at 09:38 said:

    oooopss…come temevo: la seconda di new girl è imbarazzante

  22. tra le estive inglesi da recuperare ci metterei anche Scott& Bailey, procedurale poliziesco al femminile molto ben fatto, prossimamente anche su FoxLlfe di Sky.

  23. Dembo on 4 ottobre 2011 at 18:35 said:

    Allora ‘sta recensione di Drive?
    dai dai dai

  24. Withnail on 5 ottobre 2011 at 13:29 said:

    Il Pube è sempre un appuntamento gradito. Tnx. Sbaglio o quest’anno non si vedono novità all’altezza dei vari Breaking Bad, Boardwalk Empire, Game of Thrones e ovviamente Mad Men? Spero di ricredermi.

    P.s. la scena della barca è la più grande combo WTF-LOL dai tempi di general hospital.

  25. nicola on 5 ottobre 2011 at 15:08 said:

    hanno premiato cineblog…..mi dispiace

  26. fingo on 6 ottobre 2011 at 21:44 said:

    Giusto perchè non l’ha commentato nessuno.. a me non dispiace affatto 2 Broke Girls. Ha un bel ritmo comico, parecchie battute azzeccate, e due protagoniste che.. come tradurreste “deliver” in italiano? Comunque, non lo cambierei mai con un Breaking Bad o un Dexter, e mi rendo conto che è un pò un guilty pleasure, però fra le nuove serie comiche che ho visto è un pò quello che mi mette meno tristezza (vedi Up All Night).

  27. fingo on 6 ottobre 2011 at 21:57 said:

    E a proposito di serie comiche e tristezza, perdonatemi se vado di poco off topic – dato che qui si parlerebbe solo di serie nuove – perchè c’è una cosa che sento il bisogno di dire: 30 Rock non fa più ridere.
    Sacrilegio! O sono io? A me sono almeno 2 anni che non fa più ridere.
    Se ci penso bene, mi viene anche il dubbio che non abbia mai fatto ridere, e che il mio giudizio entusiasta fosse solo obnubilato dal mio amore incondizionato per Tina Fey.
    Sono io?

  28. La cosa brutta di Ringer è che invece ha tutta l’aria di essere una serie molto piena di sé; la scena della barca in confronto a certe scene degli episodi successivi pare girata da Hitchcok.
    Per assurdo è molto più “probabile” una serie teen come The Lying Game che parte praticamente del medesimo soggetto: gemella che sostituisce gemella.

  29. Pingback: appendice al pube / guida non esaustiva alle nuove serie tv (ottobre/novembre 2011) » Memorie di un giovane cinefilo

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