Submarine
di Richard Ayoade, 2010
Ambientato in Galles nella metà degli anni ’80, Submarine è l’opera prima di un apprezzato regista televisivo e musicale, noto però ai più per aver interpretato il ruolo di Maurice nella splendida sit-com The IT Crowd. Ma nel raccontare la storia di Oliver Tate, quindicenne che cerca di sfuggire alla quotidiana mediocrità dell’adolescenza (l’emarginazione sociale, il bullismo, il primo amore, la prima volta, la separazione tra i genitori, la paura della morte) trasformando la sua vita interiore in un intenso racconto cinematografico, Richard Ayoade è riuscito ad andare ben oltre ogni possibile aspettativa, realizzando un piccolo miracolo – un romanzo di formazione sentimentale incredibilmente coinvolgente e di strabiliante intelligenza, uno dei film britannici più belli e coinvolgenti degli ultimi anni. L’ha fatto sfruttando al massimo la bravura dei suoi due protagonisti Craig Roberts e Yasmin Paige (ma anche gli “adulti”, tra cui spicca Paddy Considine, sono memorabili) e inventandosi uno stile personale, spesso roboante e grafico, tra fumetto e cinefilia, ma basato su uno storyboard di grande precisione, e giocando sempre sul limite tra immaginazione, alienazione e una tangibile, sorridente malinconia. Un autentico gioiello, impreziosito dalle bellissime (di per sé, ma anche per come sanno dialogare con le immagini e con la storia) canzoni di Alex Turner degli Arctic Monkeys, un film semplice ed emozionante che ci chiede senza troppi pudori di innamorarci di lui – e a cui, francamente, non sapremmo come o perché dire di no.
Il film è stato presentato e acclamato a Toronto, al Sundance e a Berlino, per poi uscire nel Regno Unito lo scorso marzo; grazie alla co-produzione di Ben Stiller ha trovato anche una distribuzione negli Stati Uniti, riscontrando il medesimo unanime successo di critica.
Al momento non mi risulta che sia prevista un’uscita italiana.
Potete già acquistare le edizioni britanniche in dvd e blu-ray. E vi consiglio di farlo.