Amici di Letto – Friends With Benefits, Will Gluck 2011

Amici di Letto (Friends With Benefits)
di Will Gluck, 2011

Arrivare in ritardo rispetto a No Strings Attached ha giovato in molti modi a Friends With Benefits: abbiamo visto come e quanto si poteva sbagliare un film con un tema così simile, e ciò contribuisce a valorizzare ancora di più quanto sia riuscito questo differente svolgimento. Ma il vantaggio competitivo, non solo nei confronti di Reitman ma anche della media dei romance odierni, era già sulla carta: quella formata da Justin Timberlake e Mila Kunis è un’accoppiata davvero rara, sono terribilmente (troppo?) bravi, affascinanti ed entrambi di una bellezza travolgente (tanto che la loro alchimia rischia di causare un attrito nello sviluppo narrativo: come possono due simili bombe atomiche metterci così tanto per innamorarsi l’uno dell’altra?); e poi c’è l’invidiabile cast di contorno (Harrelson, Jenkins, la solita fantastica Patricia Clarkson, i cameo di Emma Stone e Andy Samberg) e un regista come Will Gluck, che ha già avuto modo di mostrare (nel bellissimo Easy A ma anche nella sua stupidissima spassosa opera prima Fired Up) di avere freschezza, ritmo, e talento nella direzione degli attori.

Ma la cosa migliore di Friends With Benefits, come già nei due film precedenti di Gluck, è indubbiamente la sua spiccata consapevolezza: come accade sempre più spesso (dai tempi di Insonnia d’Amore, forse) si tratta di una commedia romantica ambientata in un mondo in cui esistono le commedie romantiche; quindi, un’altra sorta di variazione su come proprio queste ultime, al fianco dei più canonici complessi legati al rapporto con i propri genitori eccetera, condizionino irrimediabilmente i rapporti tra giovani uomini e giovani donne – lo dice la Kunis esplicitamente all’inizio, prendendosela con Katherine Heigl di fronte a un poster di The Ugly Truth, e lo dice il film – in modo semplice ma assolutamente geniale – con l’inserto di un film-nel-film, una commedia ridicolizzata eppure irresistibile con Jason Segel e Rashida Jones.

Certo, Gluck non mantiene per tutta la sua durata (non irrilevante: circa 110 minuti) l’inarrestabile cadenza dei dialoghi – spesso davvero esilaranti – della prima metà e lo sguardo beffardo e cinico sui rapporti di coppia, ma anche questo fa parte del gioco, in un film che si muove in parallelo ai suoi personaggi: il sesso lascia spazio ai sentimenti, il romanticismo mette in ombra lo scherzo, e così (come già avevo notato in Crazy Stupid Love di Ficarra e Requa) anche Friends With Benefits finisce per diventare la commedia romantica che era stata guardata con derisoria distanza. E non c’è niente di male.

8 Thoughts on “Amici di Letto – Friends With Benefits, Will Gluck 2011

  1. vinz on 26 ottobre 2011 at 16:07 said:

    Secondo me kekkoz c’e’ di male invece, nella misura in cui TUTTI i film americani vanno a finire cosi’.
    ieri ho visto ‘crazy stupid love” e ho assistito alla demolizione di quel personaggio simpatico che e’ ryan gosling trasformandolo nel solito bamboccio innamorato forever and ever.
    Stesso discorso (li e’ pure peggio) per “amore a primo sesso”.
    Mi sono un po’ rotto di questa etica granitica i cui l’unico valore dell’universo e’ la coppia monogamica definitiva. qualsiasi altro modello, porta solo solitudine e desolazione. E che palle.

    • Scusami, ma questa è una commedia romantica al centro della quale c’è la storia d’amore tra due personaggi, seguendo il buon vecchio “è palese che finiranno insieme: adesso abbiamo due ore per scoprire come”. Non dico che ci debbano essere per forza regole e canoni, dico che è ingenuo negare che ci siano.
      Lamentarsi del fatto che un film di questo tipo finisca con loro due che stanno insieme monogami è come lamentarsi che in uno slasher muoiano tutti oppure che ci siano troppi dinosauri in Jurassic Park.
      Sarà che io non ho niente contro un happy end, a patto che abbia un senso alla luce del film, e secondo me qui ce l’ha – forse proprio perché, come accennavo nel post, diamo per scontato dal primo minuto che sia naturale che due figaccioni così finiscano insieme, e poi scopriamo man mano che è meno facile di quanto sembri perché sono pieni di menate – ma non credo sia una questione etica. Semmai una questione narrativa: un film così ma in cui alla fine loro due scoprono che si sta meglio da soli o scopando in giro forse smette di essere un film così, e diventa un film cosà.

  2. dave on 26 ottobre 2011 at 16:13 said:

    Concordo. Prima parte nettamente migliore. Il personaggio del padre e i suoi problemi nella seconda metà un pò patetici.

  3. vinz on 26 ottobre 2011 at 16:30 said:

    si d’accordo kekkoz; la mia critica non e’ sul fatto che esistano “le commedie romantiche”, figurati; e’ che esistano solo queste. Hollywood non prende in considerazione, o lo fa pochissimo, altri forme di commedie sentimentali.
    Il sentimento coincide con la copia monogamica in progetto di famiglia.
    gli altri due film che porto ad esempio sono piu’ eclatanti: quelle non partono proprio come commedie romantiche, ma vengono risucchiate inesorabilemnte nel buco nero del perbenismo. Davvero, un appiattimento che mi puzza semplicemente di mancanza totale di coraggio.
    Perfino un film zuccheroso come “Love Actually” e’ infinitamente piu’ avanti. I puttanieri restano puttanieri. Ma li’ siamo in GB….

  4. Ok, Friends with benefits è carino carino, ma ora che hai visto Submarine aspetto che tu dica qualcosa di quello. Ti do una settimana di tempo e poi scatta la denuncia.

  5. martian on 6 novembre 2011 at 14:49 said:

    concordo in pieno con la tua rece, esattamente la mia opinione.
    peccato che ho perso easy A.

  6. Davide on 2 febbraio 2013 at 23:24 said:

    Commedia romantica Ok, finale scontato Ok.ma come già detto giustamente da “kekkoz” sarebbe come lamentarsi di troppi dinosauri in Jurassic Park.
    Ma, Ma……il problema è che il film non fà ridere e nemmeno fà venir voglia di innamorarsi. della commedia ha troppo poco e del romanticismo di questo genere ne sono piene le sale.

    Sinceramente lo sconsiglio categoricamente.

    Di protagonisti “belli & ricchi” con lavori “fiki” che vivono in città da “perenne-movida” ne abbiamo le sale piene. ebbasta!

    Non salvo nulla, se non Mila Kunis, ma per ovvi motivi. ;)

  7. Davide on 2 febbraio 2013 at 23:30 said:

    Dimenticavo, Justin come attore non è male, in Alpha Dog mi è piaciuto.

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