Midnight in Paris
di Woody Allen, 2011
“What is it with this city? I need to write a letter to the Chamber of Commerce.”
Chi ha dato per scontato, a causa di qualche titolo poco riuscito, che Woody Allen fosse del tutto bollito e che fosse ormai capace di funzionare – il caso di Whatever Works - solo su copioni vecchi di trent’anni, si dovrà probabilmente ricredere di fronte a Midnight in Paris: un’opera insieme colta e semplice, poetica e divertentissima, sul potere avvincente e stordente della nostalgia, in cui Owen Wilson, alter ego dell’autore perfetto come pochi altri prima di lui, interpreta uno sceneggiatore hollywoodiano con ambizioni da romanziere che finisce per incanto nella Parigi dei suoi adorati anni ’20, a bere con Hemingway, Fitzgerald e Cole Porter – e a innamorarsi di una bellissima musa di Picasso che a sua volta sogna di vivere nella Belle Époque.
Ricco di suggestioni che vanno al di là del gioco spassoso dei riferimenti e dei riconoscimenti (con un cast spettacolare in cui spiccano l’incredibile Dalì di Adrien Brody e la Zelda Fitzgerald di Alison Pill), tra cui una riflessione profonda e inestimabile sul valore artistico assoluto della città come opera d’arte in continua mutazione, il film di Allen riesce a raccontare una Parigi talmente bella e formidabile da saper spezzare la linearità del tempo riducendolo a strati, e insieme al bravissimo Darius Khondji riesce a fotografarla – fin dai seducenti titoli di testa – sfuggendo sempre con grande naturalezza, anche nei suoi aspetti più “turistici”, al pericolo dell’effetto-cartolina. E grazie ai suoi dialoghi magnifici, prima cinici e poi totalmente stregati, Allen trova proprio nella necessità di liberarsi della nostalgia, di guardarla semmai con ammaliato distacco, un rimedio impareggiabile per sopravvivere al presente.
“That’s what the present is. It’s a little unsatisfying, because life is unsatisfying.”
visto su un monitorino (un monitor piccolino) di un volo Delta Airlines: bellissimo! Grande Woody!
bellissimo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
mia recensione qui:
http://firstimpressions86.blogspot.com/2011/10/midnight-in-paris.html
ed ecco che quando mi sentivo bollito io perché l’ho gradito così tanto arrivi tu e puntualmente mi rinfranchi sulla capacità di giiudizio, thx
odd
Accidenti, io lo metto invece tra i film vedi e dimentica di quest’anno. L’ho trovato talmente banale e caratterizzato che se non fosse stato per l’ottima posizione in cui ero sarei uscito dal cinema. Rimango dell’idea che sia ormai bollito, coscente del fatto che in ogni momento può uscirgli un Match Point. Ma con gli ultimi tre siamo lontani e il prossimo non vedo come possa essere decente.
Quoto DoneBabyDone
io mi trovo sempre a usare la parola “grazioso” quando parlo di questo film.
Woody Allen e’ tutt’altro che cotto e il film mi e’ piaciuto molto ma, al tempo stesso, manca un po’ di ciccia dove affondare i denti rispetto ai tempi d’oro.
O forse sono solo io che ho nostalgia della golden age come i personaggi del film
Il film è molto carino ma sulla faccenda dell’effetto cartolina mi sembra che tu stia sbagliando a 180°. Mentre stavo vedendo i titoli di testa mi son detto “Ah, va bene, questo film si svolge in una Parigi da cartolina”, in una cartolina come una di quelle che si potrebbero comprare nel nostalgia-shop in cui lavora il protagonista del romanzo del protagonista. Tutto è graziosamente bidimensionale, E non c’è nulla di male.
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In assoluto uno dei miglior Allen recenti! Ecco il mio giudizio: http://onestoespietato.wordpress.com/2011/11/30/tff-2011-midnight-in-paris-la-recensione/ . Davvero un film/chicca prelibatissima!
Premetto che non sono un fan di Allena. Non amo l’autoreferenzialità dei suoi protagonisti.. Quasi sempre, quando non è lui ad interpretarli, diretta emanazione delle sue ossessioni e psicosi. Uomini che ragionano a voce alta sempre sugli stessi argomenti, e sempre allo stesso modo. Tanto è vero che ho apprezzato molto i lavori che più si discostano dal solito canovaccio elucubra-masturbativo, tipo Match point. Detto questo, nessuno può mettere in dubbio le sue qualità registiche e la sua prosa. Midnight in Paris è un film visivamente meraviglioso. Certo, Parigi è uno sfondo scenografico doc, però allen riesce a coglierne le sfumature migliori. Il messaggio è lieve ma al contempo profondamente veritiero. Oserei dire semplicistico, per quelli che sono i notori contorcimenti cerebrali del regista newnewyorkese. Il tutto poi annaffiato dalla spumeggiante e splendita colonna sonora.
Per la prima volta non ci troviamo d’accordo.
Ho trovato Midnight in Paris uno dei film peggiori di WA.
Noioso e pedante, riesce a rovinare un’idea di partenza intrigante non sfruttando al massimo il fantastico salto temporale.
Il tutto è sembrato una semplice cartolina di Parigi, con il personaggio di Owen Wilson troppo caricato e melenso.
In più non era nemmeno contraddistinto dalla proverbiale sagacia umoristica di WA (salvo qualche battuta non fa mai sorridere)
E se si pensa che il punto più alto è il dialogo in cui si parla del rifugio nei decenni precedenti che appaiono sempre migliori, è facile trarne le conclusioni: visione banale e piatta
Ho letto molte recensioni positive come la tua (“il film che mi ha riappacificato con Woody Allen”) e sono andato a vederlo pieno di speranza,
l’ho trovato però un film a tratti piacevole ma inconsistente, leggero, inutile, cartolinesco e pure un po’ vecchio.
Per quanto mi riguarda Allen è e resta bollito da parecchi film, e a ogni uscita me ne dispiaccio ancora. Questo è il potere della nostalgia
“un’opera insieme colta e semplice, poetica e divertentissima…”
Divertentissima non credo… direi divertente oppure molto simpatica!