Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno, Steven Spielberg 2011

Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno (The Adventures of Tintin: The Secret of the Unicorn)
di Steven Spielberg, 2011

Prima di Tintin ho sempre guardato con sospetto all’utilizzo massiccio della performance capture nel cinema d’animazione, forse per questioni di gusto estetico, forse perché ha allontanato dalla strada maestra la carriera di un regista del calibro di Robert Zemeckis. Ma è proprio con un film realizzato in questo modo che si realizza un desiderio inespresso ma covato nel nostro cuore da tempo: non soltanto il ritorno di un gigante come Steven Spielberg alla sua forma migliore, ma anche di un genere puramente avventuroso, quasi dimenticato e da tempo favolosamente nostalgico, di cui lo stesso regista aveva scritto una pagina memorabile con la trilogia di Indiana Jones.

Si intenda, Tintin non era un film “rischioso”: una macchina produttiva da 135 milioni di dollari, l’egida di Peter Jackson, la penna di tre fra i migliori sceneggiatori britannici in circolazione, un personaggio che – per ammissione stessa del regista e anche dell’autore Hergé, scomparso nel 1983 – sembrava fatto apposta per diventare il protagonista di un film di Spielberg. La sorpresa non è dunque che Tintin sia riuscito, divertente, ben scritto e realizzato, ma che sia così maledettamente irresistibile, che sia all’incirca il miglior Spielberg degli ultimi 10 anni e quello più “meraviglioso”, forse, dai tempi di Jurassic Park, un film dove si ritrova quello stesso senso di incanto e la capacità di restituirlo sullo schermo che ha “passato” ad Abrams in Super 8, ritrovato nel proprio passato per quello che diventato è a tutti gli effetti – dimenticando quel quarto fallimentare capitolo – l’unico Indiana Jones possibile.

Partendo da spettacolari titoli di testa firmati Weta che aggiornano quelli, già classici, di Catch me if you can, il Tintin di Spielberg è un film che non lascia allo spettatore un attimo di tregua e di respiro, inanellando un’invenzione dietro l’altra in un’autentica giostra dinamica – di cui il 3D funge da propagatore e non da alimentatore – ma senza il pericolo che si tratti di horror vacui: lo scopo dell’orchestra animata organizzata da Spielberg e Jackson è quello di sbalordire e rilanciare di continuo, ed è un obiettivo raggiunto e superato. Anche perché le sequenze migliori del film, come quella del deserto che in un flashback si trasforma in un mare in tempesta oppure l’incredibile, quasi impensabile piano-sequenza dell’inseguimento del falco mostrano che dietro Tintin c’è non solo il talento narrativo e commerciale che nessuno oserebbe negare a Spielberg, ma la sua capacità prettamente geniale di piegare tutto, le esigenze tecnologiche, economiche, tecniche, artistiche, a una poetica di rara schiettezza e a una passione nel fare cinema che lascia negli occhi uno stupore ubriacante. Ne vogliamo ancora. E ne avremo ancora.

7 Thoughts on “Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno, Steven Spielberg 2011

  1. Pur non avendo mai amato Tin tin, lo sapevo che il film sarebbe stato bellissimo!
    Purtroppo il 3D e il genere mi hanno privata di amici che mi accompagnassero al cinema, e di andare da sola non ho voglia, sigh… speriamo renda bene anche su piccolo schermo!!

  2. taedium on 8 novembre 2011 at 17:33 said:

    imho motion capture e 3d possono funzionare ma ancora non rendono al 100%: gli occhialini 3d, tintin incluso, rendono tutto buio e la performance capture e’ ancora un po’ macchinosa e inumana. blah blah chissa’ i discorsi si facevano all’introduzione del sonoro o del colore. cmq il film e’ geniale. alla fine si puo solo dire gia finito? moar plz

  3. assolutamente d’accordo su tutto. Un’ Esperienza fantastica. Ed è una tristezza infinita che qui non abbia incassato quanto sperato(ma coi soliti idioti primi di che mi stupisco?)..pura AVVENTURA con tutte le maiuscole come non se vedeva da tanto, troppo tempo…VOGLIO. LA. TRILOGIA.

    http://firstimpressions86.blogspot.com/2011/11/adventures-of-tintin-secret-of-unicorn.html

  4. Bella rece as usual! Per i due sequel è come fossi già in sala.
    Se devo essere onesto però, il 3D qui non aggiunge niente oltre l’euro del biglietto.

  5. L'Inquisizione Spagnola on 10 novembre 2011 at 11:44 said:

    D’accordo su tutta la linea, bellizzima rece.

    Ah, tutti voi: magari recuperate anche i fumetti di Tintin, sono dei capolavori assoluti del genere (c’è una nuova edizione davvero economica e ben curata della Rizzoli), così forse apprezzerete anche il personaggio!

  6. Banjo on 16 novembre 2011 at 11:20 said:

    Spiellberg non mi piace (di suo salvo solo Duel e Indy 1), ma sono contento che il film sia riuscito bene, andrò senz’altro a vederlo.

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