Like Crazy
di Drake Doremus, 2011
La bella e giovane londinese Anna incontra Jacob a Los Angeles, si innamora perdutamente (e misteriosamente, ndr), passa con lui l’estate violando la scadenza del suo visto; così, dopo il suo ritorno in Inghilterra, le viene impedito l’accesso negli Stati Uniti. I due dovranno decidere se restare insieme nonostante l’obbligata distanza – e soprattutto a quali patti. Lo scopo di Doremus è quello di restituire spontaneità e naturalezza al cinema romantico con le armi più affilate del cinema indipendente: racconta una storia autobiografica, gira a bassissimo budget con una reflex della Canon da duemila dollari, affida gran parte dei dialoghi all’improvvisazione – conquistando, anche in questo modo, i favori della critica e della giuria del Sundance che gli assegna il Gran Premio. Purtroppo dietro i trucchetti esperti del filmmaker c’è poca, pochissima sostanza: nonostante una conclusione che possiede una sua strana, malinconica quanto deprimente coerenza, Like Crazy è un film di una banalità sconcertante, terribilmente noioso (un’impresa arrivare alla fine dei suoi 90 minuti scarsi), a tratti persino irritante nella sua malcelata presunzione, che fallisce già di partenza nel ritratto dei suoi due innamorati, il cui comportamento totalmente sciocco e irresponsabile ha ben poco a che fare con la cecità amorosa (più con il fatto che sono sciocchi e irresponsabili in prima battuta) e con cui è quindi davvero difficile se non impossibile immedesimarsi. E non basta qualche idea già vecchia buttata qua e là (come i time-lapse) per nascondere il fatto che la regia di Doremus sia completamente assente, nel migliore dei casi. Allo stesso modo, per definizione, gli attori sono lasciati a briglia sciolta; Jennifer Lawrence e tutti i personaggi secondari sono solo figurine abbozzate in funzione dei due protagonisti, Anton Yelchin è spaesato, fuori ruolo e sembra quasi sempre che stia provando la sua parte per la prima volta; Felicity Jones, invece, se la cava piuttosto bene: quasi dispiace vederla in questi panni, sostanzialmente sprecata.