50 e 50, Jonathan Levine 2011

50 e 50 (50/50)
di  Jonathan Levine, 2011

Un tranquillo giornalista radiofonico 27enne scopre di avere una rara e aggressiva forma di cancro alla spina dorsale e di doversi sottoporre alla chemioterapia: il titolo fa riferimento alle possibilità di sopravvivenza che il protagonista legge su Wikipedia dopo la diagnosi. Ma nonostante la premessa sia potenzialmente deprimente, 50/50 riesce in quello che suona davvero come un piccolo miracolo: un film sulla malattia che non risulta stucchevole né patetico, che utilizza senza problemi i cliché narrativi (il rapporto con la madre, l’amicizia con gli altri malati) a suo vantaggio senza venirne mai schiacciato, e che si allontana dalla più facile pornografia del dolore affrontando l’argomento con toni da commedia – che lo avvicinano alla vita più di quanto il cinema abbia abitualmente il coraggio di ammettere. Un film sulla malattia che fa ridere? Indubbiamente, molto. Ma la forza del film di Levine sta soprattutto nella sua umanità, che include la possibilità che le persone di fronte alla malattia si comportino in modo inadeguato, spaventato, immaturo, egoista, e che poi ci sia qualcuno che ce la mette tutta. Gran parte del merito va alla sceneggiatura lieve e davvero commovente (perché si piange, cosa credete) che Will Reiser ha scritto ispirandosi alla sua esperienza personale, ma anche all’ottimo cast. Joseph Gordon-Levitt è bravissimo, misurato, ironico, fragile, e Anna Kendrick è infinitamente adorabile, ma è Seth Rogen a sorprendere davvero: interpreta l’ennesima versione di se stesso (stavolta letteralmente: lui e Reiser sono grandi amici) ma lascia trasparire dietro lo stampino della sua comicità greve un’imprevista, onesta e persino timida profondità.

Nelle sale dal 2 marzo 2012

5 Thoughts on “50 e 50, Jonathan Levine 2011

  1. …”a nessuno piace farlo, per questo si chiama “job”, è un lavoro”…

  2. Voglio assolutamente vederlo.
    Sia perché è uscito, miracolosamente, anche dalle mie parti, sia perché adoro tutti gli attori coinvolti!

  3. Visto…durante un volo di circa sei ore in lingua originale con i sottotitoli in francese (!)…non male effettivamente. Ottima recensione!
    ciau

  4. Davvero bello, duro, divertente, commuovente. Come la vita. Seth Rogen grande. Ho pure voglia di rivederlo

  5. bione on 10 marzo 2012 at 01:21 said:

    ok, il lago di lacrime è versato
    bellissimo, profondo
    un film che aiuta a capire e a immedesimarsi
    qualche dottore dovrebbe vederlo..

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