Sherlock Holmes – Gioco di ombre, Guy Ritchie 2011

Sherlock Holmes – Gioco di ombre (Sherlock Holmes: A Game of Shadows)
di Guy Ritchie, 2011

Il primo Sherlock Holmes diretto da Guy Ritchie era stato, oltre che un enorme successo commerciale, una bella sorpresa: il regista inglese dopo qualche intoppo era tornato in piena forma, ripensando in modo personale uno dei personaggi più rappresentati della storia del cinema e della tv senza tradirne lo spirito originario, giocando con gli spettatori senza prendersi mai troppo sul serio e inaugurando una moda o forse, chissà, addirittura un filone. Il “secondo capitolo” non cambia molto le carte in gioco, bilanciando con l’arrivo di Mycroft (interpretato dal grande Stephen Fry, ovviamente spassoso) e della classica nemesi incarnata da Moriarty (un Jared Harris perfettamente in ruolo, lo sa bene chi segue Fringe) l’assenza di carisma di Noomi Rapace (che sostituisce la Irene Adler di Rachel McAdams) anche se, dopotutto, il rapporto di amicizia tra Holmes e Watson è diventato così allusivo e romantico da rendere quasi accessoria una qualsivoglia controparte femminile. Chiunque abbia una minima conoscenza delle storie di Holmes sa bene fin da principio dove andrà a parare lo scontro tra il detective e il professore, ma il problema della trama non sta certo nella sua prevedibilità quanto, al contrario, nell’eccesso di sceneggiatura: firmato dai coniugi Mulroney, lo script confuso e caotico, intricato senza vere giustificazioni. In generale, A Game of Shadows non aggiunge granché ai punti forti del primo capitolo (l’alchimia tra i due protagonisti, il fascino dell’ambientazione curatissima,  il contrasto con la messa in scena ipercinetica, l’idea del talento deduttivo di Holmes come sorta di “macchina del tempo”), ma questo non impedisce certo il divertimento in sé: Downey Jr e Law sono sempre irresistibili, gli scambi screwball tra i due sono ancora i momenti più divertenti, la confezione è sfavillante, e c’è almeno una sequenza d’azione memorabile (la sparatoria nel bosco) in cui Ritchie ha finalmente la possibilità di sfogarsi fino in fondo replicando, ma qui anche potenziando, le idee del primo film.

One Thought on “Sherlock Holmes – Gioco di ombre, Guy Ritchie 2011

  1. No, non è un rapporto di amicizia, è una storia d’amore.

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