The Avengers
di Joss Whedon, 2012
In tempi in cui il discorso sul cinema si è ridotto sempre più a un’opposizione tra aspettativa e realizzazione, come era possibile mantenere le promesse di un progetto come The Avengers? Stiamo parlando di un blockbuster su cui è stato puntato così tanto (in tempo e denaro) da trasformare in trailer i blockbuster che l’hanno anticipato e letteralmente annunciato, dal successo di Iron Man in poi. La risposta poteva essere la più banale: bastano più star e più soldi. La vera risposta è stata, invece e fortunatamente, la più inaudita. Ed era la risposta giusta. The Avengers in un certo senso rappresenta per la Marvel quello che The Dark Knight fu per la DC: l’idea di investire un enorme capitale non soltanto sul marchio e sulle proprietà, ma su una firma, su un “autore”, su una personalità forte capace di ottimizzare potenzialità meramente industriali e trasformarle in vero cinema. Questa persona è Joss Whedon, uno degli showrunner televisivi più idolatrati, creatore di serie come Buffy, Firefly e Dollhouse.
Ed è proprio Whedon a fare la differenza, non solo per via della passione per il fumetto che trasuda da ogni singola idea e per la sua conoscenza approfondita della materia, superiore a quelli che l’hanno preceduto, ma perché comprende fino in fondo che fare un film-fumetto non può e non deve essere più semplice o automatico della media. Tutto il contrario: ogni singola vignetta richiama un’inquadratura curata e sensata, possibilmente creativa; ogni frase pronunciata in un balloon deve essere significativa, ben misurata, possibilmente irresistibile: il lettore può fermarsi, tornare indietro, rileggerla. Whedon costruisce il suo film così: isolando alcune grandi sequenze spettacolari (e lo sono davvero), ma concentrando tutta la sua attenzione sul resto, sulla sceneggiatura e sulla costruzione dei personaggi, anche a costo di chiuderli in una stanza – facendo scontrare le loro personalità ancor prima delle loro armi. Ma quel che conta è soprattutto l’equilibrio: The Avengers per sua natura trasforma l’egomania dei precedenti in coralità, ed era importante, necessario che tutti i protagonisti avessero qualcosa da dire, oltre che da fare. Whedon ci è riuscito in modo eccezionale, sfruttando al meglio chi aveva già dimostrato di funzionare da solo (come Stark e Thor), perfezionando o ridimensionando chi ne aveva bisogno (lo stesso Stark, Captain America), arricchendo moltissimo il Loki di Tom Hiddleston e costruendo da capo un personaggio finora marginale come Black Widow (una strabiliante Scarlett Johansson, che a questo punto merita un film tutto suo) anche se il suo contributo maggiore è quello sul difficile personaggio di Hulk: bastano pochi minuti per capire quanto sia azzeccata la scelta di Mark Ruffalo nel ruolo di Bruce Banner, e sarà il mostro verde al centro dei migliori momenti della seconda parte. Quando si comincia a spaccare, insomma.
Perché ovviamente la cura dei dialghi (quasi sempre ispirati e divertentissimi che si tratti di scambi veloci o di one-liner, e il film ne è stracolmo) e dell’intreccio narrativo non impedisce al film di tuffarsi nel divertimento puro: le sequenze di “combattimento” sono favolosamente congegnate e realizzate nel corso di tutto il film (e spesso riguardano lo scontro tra gli stessi eroi) ma quella conclusiva, lunghissima e annunciata già dai primi trailer, è un apocalittico royal rumble tra i grattacieli che fa impallidire quasi tutte le più scatenate sequenze d’azione che l’hanno preceduta. E fa letteralmente a pezzi la città di New York con un gusto quasi infantile per la distruzione che lascia senza fiato e a bocca aperta. Insomma, non si tratta più di mettere un cervello al servizio dello spettacolo, obiettivo già raggiunto da Favreau e Branagh, ma di trovare un’armonia perfetta tra intelligenza ed evasione, tra meccanica e passione. Whedon era la risposta giusta. E la sua risposta si è trasformata in qualcosa di bellissimo ed esaltante: di gran lunga il miglior film della Marvel prodotto finora, un punto di arrivo con cui i film a venire dovranno presto confrontarsi.
Brofist.
anche brofirst
Concordo su quasi tutto. Specie quando scrivi che Hulk ha finalmente trovato qualcuno che sappia sfruttare la sua potenzialità. Ma è tutto il film che gira bene, all’uscita della sala uno si rende conto che sono passate 2 ore e mezza e pensa che l’orologio non funzioni. Il tempo vola davvero.
Io comunque apprezzo di più i due Iron Man, ma dovendo gestire così tanti personaggi questo film era molto più rischioso.
Invece sui cattivi dissento, passi Loki che è superiore a molti cattivi di film di questo tipo l’esercito “alieno” è semplicemente numeroso e non c’è nessun campione dei loro contro cui fare a botte sul serio. Certo alla fine si intravede il cattivo del capitolo 2 e allora si che si ragiona!
Ciao
Bene bene, non vedo l’ora di tuffarmi anch’io al cinema. Volevo chiederti una cosa però: l’hai visto in 3D? eperché mi pare di aver letto che non ne vale la pena…
Volevo aggiungere una nota a tal proposito e poi mi sono dimenticato. Il fatto è che la qualità dipende anche da fattori contigenti, il sistema scelto dalla sala, le caratteristiche della stessa. Per come l’ho visto io (schermo enorme, posti ottimi, Real 3D) ti direi che ne vale la pena: il film è realizzato in 3D e si vede, io me lo sono goduto molto, ma appunto, dipende.
Eh, immaginavo una cosa del genere. Già quando vidi Avatar credo che il multisala dove l’ho visto (uno degli Space cinema) non fosse proprio all’altezza, perché il 3D si notava poco…
Veramente sono abbastanza sicuro che il film sia stato convertito a posteriori, ricordo dichiarazioni di Whedon che diceva cose tipo “sì, vabbuò, tanto io comunque giro mettendo la roba in profondità e quindi la conversione verrà una figata”.
(Poi non metto in dubbio che l’effetto sia comunque ottimo, per carità)
Sì, come non detto: mi sono confuso, hai ragione tu
Che posso dire? Concordo su tutto.
che figata sto film. detto questo quoto pillole sui cattivi, il nemico da sconfiggere, un po’ alla iron man 2, sembra piu’ interno agli eroi, ovvero vicere la reciproca diffidenza e diventare un team in attesa dei sequel. a me anche loki non e’ mai sembrato una minaccia ma piu’ un povero pazzo che uno a caso tra hulk/thor/iron puo’ battere da solo in 2 minuti.
In sala abbiamo riso un sacco, battuto le mani come i bambini e sbavato su Scarlett in tutina di pelle.
Le 10 euro meglio spese dell’ultimo trimestre
Ah, dalla clip allegata all’articolo si evince come ancora una volta il doppiaggio italiano sia inadeguato… ma già non c’è stato verso di trovare il film in 2d (sono astigmatica, Anubi! Non lo vedo bene sto’ dannato 3d, ve lo pago uguale il biglietto 2d, giuro, ma lasciatemelo in qualche sala!) figuriamoci beccarlo in lingua originale…
Come ho già detto dall’altra parte: MEGA SUPER FOTONICO
La roba migliore del film IMHO è COBIE SMULERS. Minchia che gnokka imperiale!!!