War of the Arrows (Choi-jong-byeong-gi Hwal)
di Kim Han-min, 2011
Si fa un gran parlare di una recente tendenza, forse del tutto casuale: la notevole presenza di archi e frecce in molti film come Hunger Games, Brave o The Avengers ma anche in tv con i prossimi Arrow e Revolution. A modo loro, in Corea del Sud sono arrivati un passo in anticipo. In un anno particolarmente fortunato per il botteghino sudcoreano, il campione d’incassi tra i titoli locali è stato proprio il film di Kim Han-min, che nel corso del 2011 ha totalizzato quasi 7 milioni e mezzo di spettatori – battuto solo, ma a breve distanza, da Transformers 3. Ambientato durante l’invasione della Corea da parte della Manciuria (siamo nel 1636, per capirci), War of the Arrows è un film di avventura in costume dove le più tradizionali arti marziali e le lame del wuxia lasciano il posto a miracolosi e precisissimi tiri con l’arco, tendendo ad allontanarsi dalla cornice storica per concentrarsi sulla sfida a frecciate tra l’eroico arciere Nam-Yi e la sua nemesi Jyuu Shin-Ta. Il cuore del film è infatti il lunghissimo e appassionante inseguimento che occupa quasi tutta la seconda metà e che Kim Han-min orchestra con ritmo e intelligenza, quasi senza dialoghi, giocando sul continuo ribaltamento tra vittima e carnefice, azzeccando alcune ottime trovate (soprattutto quella della rupe) e recuperando l’interesse che, nella prima parte, si faceva desiderare – fino all’inevitabile pathos dello scontro finale. In definitiva, il film è un divertimento innegabile anche se piuttosto standardizzato e senza particolari guizzi. Se non nel cast: a parte la sfida virile tra due facce incredibilmente carismatiche come quelle di Park Hae-Il (il buono) e Ryoo Seung-Ryong (il cattivo), anche la brava semi-esordiente Moon Chae-won (già star della tv coreana) riesce a farsi notare a dispetto del poco spazio rimasto.
Il film è già disponibile nell’edizione dvd britannica, anche in blu-ray.
Non mi risulta sia prevista un’uscita italiana.
Ho avuto la fortuna di vederlo in BD. Bello; davvero splendidi i costumi e le ‘location’. La caccia della seconda parte, tesa e crudele, giocata sulla sfida tra i due e la falcidia degli inseguitori mi ha ricordato quella crudele precolombiana di Apocalypto. I film coreani da anni non mancano di stupirmi.
Ho cominciato a vederlo ieri sull’aereo dal ritorno dall’ Olanda.
Un buon film per quanto mi è stato concesso vedere, prima che il gentilissimo stewart mi imponesse di chiudere tutto e preparmi all’ atterraggio.
Amo in particolare la struttura e gli spazi lasciati a personaggi di solito lasciati un poco ai margini in film del genere…
Stasera chiudo la visione