Detachment – Il Distacco (Detachment)
di Tony Kaye, 2011
Tredici anni dopo l’esordio con American History X, da lui disconosciuto a causa dell’intervento della New Line e dello stesso Edward Norton sul final cut, Tony Kaye torna con un film che parte da un canovaccio piuttosto tradizionale per trasformarlo, attraverso la messa in scena, in qualcosa di molto più originale. Tratto dalle memorie di Carl Lund, il film racconta infatti del breve periodo passato in una scuola pubblica da un professore specializzato in supplenze e dal misterioso passato personale: incontrerà tra gli alunni e nel corpo docente un classico campionario di varia umanità a cui si aggiunge una giovanissima prostituta che si impone in qualche modo di redimere. Ma il film di Kaye è realizzato con uno stile personalissimo e fieramente indipendente che lo allontana dai canoni hollywoodiani: le singole scene del film (così come i membri del ricco cast) sembrano quasi schegge disordinate e causali a cui il montaggio si impone di restituire dignità narrativa, la regia liberissima e dinamica va alla ricerca del realismo sfiorando quasi lo stile del documentario ma con un intuito visivo spesso ammaliante che compensa i limiti del budget. E in tutta la parte finale Kaye riesce a trovare un equilibrio sensazionale tra il melodramma più tragico e una riflessione lucida e terribilmente avvilita sul ruolo dell’educazione nella società che, con la straordinaria immagine che chiude il film, non lascia molte speranze. Quelle restano altrove: lontano dai libri, fuori dalla classe.
un film eccezionale, tra i migliori dell’anno. un film che è tante cose: va dal mondo dell’insegnamento alle difficoltà private, dal rapporto con i pari a quello con i deboli. un’opera portentosa che… che il resto l’hai già detto tu eh!
A tratti molto frammentato ma decisamente commovente.
Visto ieri pomeriggio. Mi è piaciuto molto. Tocca, anche se forse sfiorandoli ma con passione e partecipazione tanti temi: crescita, fantasmi del passato, valore educativo della scuola e dei docenti…
Mentre scorrevano i titoli di coda ho pensato alla visione in lingua originale da qui a qualche mese.
Tra parentesi c’ è anche una splendida canzone di RAY LAMONTAGNE che ti linko.
http://www.youtube.com/watch?v=SY1V0Y7hscw
…ma che voce ha Adrian Brody? O.o
E’ un baritono pazzesco
Mah a dire la verità ho trovato l’intento e alcune idee buone, ma è spesso sopra le righe come poco credibile, vedi la situazione con la ragazzina dall’inizio alla fine, secondo me molti dei personaggi sono promettenti ma poi forse per il montaggio perdono di spessore, sono abbozzati o buttati li nel calderone, e forse non era poi così necessario buttarci dentro Anche la questione fumosa della violenza sulla madre. Dove poi forse la scena peggiore come risoluzione è proprio quella dell’assoluzione del nonno.
Non so, non capisco se è stato il montaggio o lo script a mancare, secondo me poteva riuscire meglio