Damsels in distress
di Whit Stillman, 2011
Distribuito in sole quattro sale in piena estate senza un briciolo di promozione nonostante sia stato il film di chiusura di Venezia lo scorso anno, Damsels in Distress è il film che vede il ritorno di Stillman alla regia 13 anni dopo The Last Days of Disco. Ed è un peccato che pochi abbiano potuto apprezzarlo sul grande schermo, almeno in Italia: è una commedia intelligente e divertentissima, che utilizza con grande libertà (e con un talento visivo notevole) un’ambientazione abusata come quella scolastica senza cercare a tutti i costi di stravolgerla, e spesso incanta con un umorismo che lega con un filo quietamente scombinato e folle (ma che non si fa mai trascinare via dall’ansia surrealista) le arguzie dei brillanti dialoghi a un sincero e coinvolgente sentimentalismo, finendo per risultare quanto di più differente ci sia dalla somma dei suoi fattori.
Il segreto della sua originalità sta probabilmente nell’approccio empatico ai suoi personaggi, che Stillman affronta dal medesimo punto di vista di Lily, interpretata da Analeigh Tipton: ne ritrae la bizzarria, la vanagloria, a volte persino l’ignoranza, ma non li deride mai né li condanna, trovando anzi in ognuno di loro un lampo di genio, capace magari di cambiare in meglio la vita degli altri grazie alla forza di volontà – e senza dubbio la nostra, nel suo piccolo, quantomeno per la durata del film. E il regista che nel suo penultimo film aveva scelto come protagonista Chloë Sevigny, trova un’impareggiabile alleata proprio nell’attrice che secondo molti è la sua equivalente di questi anni, la favolosa Greta Gerwig: la sua Violet Wister è un personaggio inaudito ed eccentrico, eppure profondamente umano.
In attesa dell’uscita italiana in dvd, è già disponibile l’edizione inglese.
Ci stai ancora pensando su Nolan?
Oppure segui una tatticissima strategia di marketing online per far salire l’hype del blog così da contabilizzare le visite quotidiane?
Cielo, che immaginazione 3pad! LOL, no, nessuna strategia, il post su TDKR è in attesa, purtroppo insieme a molti altri, dopotutto Damsels in Distress ha dovuto aspettare più di un mese e quindi… Comunque mettiamola così: ho le idee piuttosto chiare sul film, devo solo trovare il tempo e la voglia, in proporzione variabile, di buttare giù due righe.
Vado totalmente offtopic. Leggo il tuo blog perché mi piace molto come scrivi di cinema, le tue recensioni per quanto mi riguarda sono fra le più autorevoli e il blog stesso fa un gran servizio segnalando film da ogni parte del mondo meritevoli di essere presi in considerazione. Mi sembra che però da un po’ di tempo molti dei film main stream che arrivano in sala non li recensisci più. Questo mi dispiace perché sarei stato contento di poter leggere la tua su film come Hugo Cabret, Cosmopolis, Il Cavaliere oscuro – il ritorno e Ribelle – the brave. Per questi due non è troppo tardi, forza.
Pillole, ti ringrazio moltissimo del commento. Vero che a luglio/agosto non è uscito quasi niente di “mainstream” però sì, ho effettivamente “saltato” i post su Hugo Cabret e Cosmopolis. Spiego: non avevo granché da dire e/o non avevo le idee molto chiare. Ho intenzione di rivederli e di scriverne poi, proprio perché secondo me sono due film difficili da elaborare dopo una sola visione. Ma mi sono piaciuti molto entrambi.
Invece a breve dovrei tirar giù qualche riga (poche) su TDKR e su Brave, anche se nel frattempo ho già scritto qualcosa a riguardo su Friday Prejudice e, lo ammetto, non muoio dalla voglia – dato che se n’è detto tutto e il contrario di tutto. Lo ammetto, trovo più stimolante scrivere di film meno visibili o noti ma, come dice Colapesce, arriveranno presto.
O.T. (ma neanche tanto) Viva l’Apollo di Milano!