Ribelle – The Brave (Brave)
di Mark Andrews e Brenda Chapman, 2012
Mettiamo per un attimo da parte la discussione sulle differenze tra Disney e Pixar, più precisamente quelle sul perché molti (incluso il sottoscritto) abbiano notato un sostanziale, diciamo così, riavvicinamento dei due marchi e delle loro anime: è senza dubbio un argomento interessante, altrimenti non se ne starebbe parlando così tanto da mesi sia qui che oltreoceano (e rimanendo in casa, su Friday Prejudice) ma è un argomento dal fiato piuttosto corto (e che tiene raramente conto del fatto che John Lasseter sta portando molto della sua esperienza Pixar in Disney) ma che sta catalizzando eccessivamente l’attenzione, sacrificando in qualche modo il valore in sé di un film bellissimo come Ribelle. Sarebbe un peccato: il film di Mark Andrews che la Chapman ha concepito per poi venire allontanata poco garbatamente fuori dalla porta, è un’eccezionale variazione sul tema della fiaba tradizionale, aggiornata a tempi – quelli in cui un ragazzina, anche se è una principessa, ha ben altro a cui pensare che metter su famiglia col primo venuto e in cui il proprio orgoglio può fare più danni di una strega malvagia – ma tutt’altro che capovolta o sbeffeggiata. A veder bene, lo schema di Propp calza ancora come un pennello, ma questo senso di continuità dà persino più valore a un film costruito con una sapienza e con una maturità straordinarie, profondamente umano oltre che – va da sé – tecnicamente superbo. Il colpo di genio è stato spostare il fulcro tematico della fiaba, quello che sta tra il “danneggiamento” e il “superamento”, sul rapporto tra la protagonista e la madre, un’idea che rende immediatamente universale e senza tempo un film il cui unico rischio era di risultare in qualche modo anacronistico. Impossibile o quantomeno poco corretto dire di più: la Pixar ha ripetuto un meccanismo promozionale già sperimentato in Wall-E, rivelando nella pubblicistica solo il primo atto del film. Sarà pure una semplice strategia, ma permette agli spettatori di recuperare un senso della sorpresa e della meraviglia che spesso sembra perduto. E nella parte successiva del film ce ne sono davvero tante, di cose per cui meravigliarsi: come le regole di un mondo intero che vengono sovvertite dall’improvviso, folle ed emozionante potere della magia.
L’unica pecca che gli ho trovato è che la prima parte pare la sirenetta, meno anni ’90, più 2012, meno ragazzina che sospira per conoscere, più ragazza emancipata che sa cosa vuole.
Personalmente l’ho trovato un bel film, ma troppo “semplice” per un pixar
e i riferimenti iconografici a The Secret of Kells? Ce ne sono o no?
17 anni per una protagonista e se ne vengono fuori con la storia della principessina ribelle. Da vomito.
D’accordo su tutto quello che hai scritto. Il film mi è piaciuto moltissimo, una favola che certo non può competere con i capolavori Wall-E, Up! e Toy Story 3, ma che è uno spettacolo per gli occhi e per l’anima.
SPOILER
La scena dove la mamma pur tramutata in orso fa risistemare ai 3 gemelli la testa di cervo ai tre fratellini che non hanno alcun dubbio nel riconoscerla è fenomenale. Molto molto bello.
FINE SPOILER
Inutile dire che mi fa grande piacere ritornare a leggerti su film di cui anche io so qualche cosa.
A presto
Pingback: Brave – ha i capelli rossi, vuol dire che e’ selvaggia – un film poco coraggioso. | Fastgoose
Concordo. Un film davvero bello su molti livelli.
E che spiega se stesso proprio quando le regina dice che nelle leggende c’è la verità: ho trovato più verità in questo Brave che in altri Pixar i quali di “geniale” avevano soltanto la trovatona iniziale sbandierata nel trailer
[....e sono 3.....]
Ascoltami un attimo kekkoz: questo film è noioso. È inutile che mi metti in mezzo Propp (che non è da te , peraltro), questo film è il più brutto della Pixar (ma Cars 2 non l’ho visto) da non so quando. Nessuno forse verrà qui a dirtelo perché tanto non rispondi, perciò non vale nemmeno la pena provarci. Poi un’altra cosa: a te piacciono troppi film. Ci sono semmai uno-due motivi per cui uno ti è piaciuto di meno, ma da qui a dire che un film fa schifo ce ne passa. Anzi manco ti ci vedo a dire che un film fa schifo, nonostante il cinema attuale si presti molto ad essere preso a pesci in faccia. Tu c’hai un problema proprio serio: liberati na volta, sii cattivo, dagli addosso. E che cazzo. Dai, che ti fa pure bene alla salute. Svegliati un po’ eh. Ok? Tanti saluti.
Dunque, visto che questa è casa mia generalmente mi do la norma di non rispondere ai commenti aggressivi senza nemmeno il civile segnale di un indirizzo email valido, ma l’argomento mi interessa e farò un’eccezione.
Su Friday Prejudice posso essere cattivo, anche per il puro lol, ma qui io parlo dei film che vedo. Se difficilmente parlo di un film che mi fa schifo, è perché difficilmente guardo film che mi fanno schifo.
Non ho tempo da perdere guardando film che mi fanno schifo. Mi conosco abbastanza bene da selezionare a monte. Mi hanno fatto schifo molti film, ne ho pure scritto, avevo più tempo libero.
È vera una cosa: mi piacciono molti film. Ma non lo considero un problema serio, anzi. D’altro canto, non trovo che dare addosso a un film abbia un valore intrinseco né tantomeno terapeutico, anche se mi rendo conto che possa essere più divertente per chi legge.
Detto questo, il succo è che sul mio blog scrivo il cazzo che mi pare.
Maaa un commento sul doppiaggio? Dignitoso? Vorrei tanto vederlo al cinema, ma nemmeno il mio avanzato google-fu mi aiuta a trovare una sala a Roma che proietti in lingua originale. Pare che ce ne siano, ma a quanto pare la lingua in cui vengono proiettati i film è un’informazione gelosamente custodita.
Ho fatto una piccola ricerca e non mi risulta che Ribelle sia fuori a Roma in lingua originale, ma va detto che non conosco molto l’incasinatissima programmazione romana.
Il problema del doppiaggio italiano è soprattutto che quello originale è fighissimo: il film è recitato con forti accenti scozzesi che da noi ovviamente spariscono del tutto.
Tutto sommato però è un film che ti consiglio di vedere almeno una volta sul grande schermo, turandoti il naso quando riconoscerai le voci di Iacchetti e Covatta.
> Iacchetti e Covatta
me viè da piagne…
La cosa allucinante è che con tutti i turisti, gli studenti degli exchage programs e i vari impiegati delle millemila ambasciate etc uno si aspetterebbe che almeno due tre cinema abbiano questo tipo di programmazione a cadenza regolare e almeno per i blockbuster. Invece è totalmente random, per grazia divina sono riuscita a vedere almeno Inglorious Basterds in v.o.
E’ UN SCHIFO, guardi.
Grazie per le info!
Magia, meraviglia, sorpresa? No, purtroppo non sono d’accordo. L’ho trovato il film pixar più ingessato di sempre, stantio, sterile, classico nel senso dispregiativo del termine. Senza se e senza ma un passo falso piuttosto evidente. Ne parlo sul mio blog: http://onestoespietato.wordpress.com/2012/09/26/ribelle-the-brave-il-passo-falso-della-disney-pixar/ Confrontiamoci!
Devo essere sincero, a me il doppiaggio di Iacchetti non è sembrato così tremendo. Poi certo preso nell’insieme dei personaggi concordo che non è tutta questa gran cosa, a partire da Merida in primis. e ora che leggo da te, kekkoz, degli accenti scozzesi e via dicendo mi torna quella solita malinconia (che sfocia spesso in rabbia totale) per il fatto che in Italia la pratica film in originale sottotitolato sia ancora così lenta ad estendersi (al sud è praticamente nulla)