Un sapore di ruggine e ossa, Jacques Audiard 2012

Un sapore di ruggine e ossa (De rouille et d’os)
di Jacques Audiard, 2012

(Ciò che racconto accade nella primissima parte del film, non è niente che non sia già raccontato dal trailer italiano. In ogni caso, per correttezza: spoiler alert.)

Costretto suo malgrado a badare al figlio, lo spiantato Ali si trasferisce a casa della sorella ad Antibes dove si mette a lavorare in discoteca. Fuori dal locale conosce Stéphanie, una bella e turbolenta addestratrice di orche: la riaccompagna a casa dopo una rissa di cui è stata vittima, le lascia il numero di telefono. Tempo dopo, mentre Ali continua ad arrancare passando da un lavoro all’altro, Stéphanie ha un terribile incidente sul lavoro e perde entrambe le gambe. Un giorno, rimasta sola in casa, compone il numero dello sconosciuto buttafuori. La porterà in spiaggia. Questo è soltanto l’inizio del nuovo film di Jacques Audiard, che senza pretendere di replicare la densità narrativa di un capolavoro come Il profeta racconta una storia d’amore brutale, inconsapevole eppure necessaria, tra due anime costrette a ridefinire i loro confini e le loro coordinate. Schivando le categorie e le etichette (ma anche sfuggendo alla tentazione di fare un film sul corpo: la mutilazione è più un innesto che un obiettivo), Audiard trascina i suoi personaggi in una narrazione libera dalle costrizioni, capace di affiancare al dramma più straziante un’inattesa ironia e una sensualità travolgente, perdendo (perdonabilmente) qualche colpo quando si immerge quasi con spirito “sociale” nello sgradevole sottobosco del lavoro, riprendendosi del tutto quando colpisce i suoi protagonisti con lampi di epicità, coraggio, grandezza – segni di una straordinarietà già presente ma ancora tutta da conquistare, sfidando la paura di sé e dell’altro. Il loro “racconto di formazione” è infatti una terribile marcia a ostacoli che Audiard organizza con perizia e un pizzico di sadismo: i personaggi sono messi costantemente e spietatamente alla prova, fino alle estreme conseguenze – ma non è tanto la meta a interessare Audiard, quanto il tragitto: alla fine del giochi, il proprio destino è scritto nelle ferite, nelle lacerazioni e nelle ossa rotte, memorie indelebili, sempre presenti, della strada percorsa per trovare o ritrovare la luce. L’uso degli effetti speciali, abbinato al realismo della messa in scena e alla predominanza della camera a mano, crea un contrasto che amplifica se possibile la magnifica prova di Marion Cotillard, struccata ed emaciata per gran parte del film eppure sempre incredibilmente magnetica; con il rischio di sminuire la performance del pur adeguato Matthias Schoenaerts: ma vale la pena correrlo. Inaudito e perfetto, persino commovente, l’uso espressivo nella colonna sonora di “Firework” di Katy Perry, in una delle scene più intense e significative del film.

3 Thoughts on “Un sapore di ruggine e ossa, Jacques Audiard 2012

  1. “The wound is the place where the Light enters you”

  2. linogash on 19 ottobre 2012 at 13:28 said:

    Bellissimo post per uno dei film più riusciti dell’anno.

  3. Proprio un bel film, accidenti. Mi spaventava la storia della tizia senza gambe e invece non è assolutamente trattata in tono patetico, anzi…

    SPOILER

    …mica le danno il posto dietro qualche scrivania in ufficio pubblico. No no lei fa cose cazzute, tipo farsi il bagno con le mutandine e nient’altro, bancarsi le scommesse negli incontri di MMA clandestini, trombarsi il tizio muscoloso di cui si innamora, farsi tatuare i moncherini, cose così. Ed ovviamente tacendo del fatto che è lei che fa acquistare consapevolezza di se stesso ad uno che praticamente era un animale con tre istinti base: mangiare, trombare e picchiare. Qui in Italia siamo ancora bloccati a Perdiamoci di vista di Verdone come personaggio su una sedia a rotelle (era Perdiamoci di vista, giusto?).

    FINE SPOILER

    Comunque poi i moncherini come dici giustamente tu non sono l’anima del film, tutt’altro. Diciamo che ad un certo punto vanno pure in secondo piano rispetto alla storia d’amore. Storia d’amore meravigliosa, poi.

    In generale poi c’è da dire che i francesi con Quasi amici e Un sapore di ruggine e ossa hanno fatto per gli handicappati quello che ha fatto l’elezione di Obama per gli afroamericani.
    Era anche ora.

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