The Impossible, Juan Antonio Bayona 2012

The Impossible
di Juan Antonio Bayona, 2012

L’incipit di The Impossible mostra subito l’estrazione horror di Juan Antonio Bayona, già regista dell’ottimo The Orphanage: la famiglia protagonista, che noi sappiamo già (anche grazie a un cartello che ci avverte che questa è la versione riarrangiata di una storia vera) essere vittima designata dello tsunami che colpì la Thailandia nel dicembre 2004, si scambia sull’aereo una serie di battute che fungono da nefasti presagi per l’ora e mezza a venire. Un procedimento noto, che viene confermato quando Bayona, senza girarci attorno troppo a lungo, sbatte l’onda anomala in faccia ai cinque personaggi, dividendoli in due parti che sembrano le anime stesse del film. La madre, intepretata con intensa dedizione da Naomi Watts, occupa la prima metà del film e su di lei Bayona sfoga una furia che avvicina il film proprio a un horror di truce stampo europeo (forse più “gentile” ma comunque impressionante), insistendo sul deterioramento del corpo con un pizzico di sadismo e costruendo con quella terribile nuotata nel fango una sequenza davvero magistrale, spettacolare e drammatica. A seguire, il baricentro del film si sposta sul primogenito Lucas, il cui romanzo di formazione funziona piuttosto bene: l’insistenza sulla timidezza di Lucas di fronte al corpo nudo e martoriato della madre può passare inosservata ma è una grande finezza di scrittura. Dall’altra parte, quando ci si sposta sul punto di vista del padre Ewan McGregor, viene fuori tutta l’anima più sentimentale di Bayona, che fa precipitare il film verso una parte finale dove l’approccio “di pancia” del film resta sempe vivo, ma abbandona il territorio del genere per entrare in quello del puro melodramma familiare. A ciascuno decidere se farsi strappare le lacrime a calci e pugni (cit. gniola), se sia meglio questo stravolgimento emotivo rispetto alla compattezza delle dinamiche più horror della prima metà o sia un “tradimento”; in ogni caso The Impossibile è un film curioso e interessante, perché è una produzione europea che non teme i confronti e tiene testa sotto quasi tutti gli aspetti (in primis tecnicamente; Bayona, poi, è veramente bravo da matti), perché il regista ha sì uno sguardo che sembra rifarsi soprattutto al cinema di Spielberg (L’impero del sole, La guerra dei mondi, eccetera) ma dà l’impressione di averne colto il succo, e in definitiva, con tutti i suoi difetti e le sue mille sbracature, è difficile (o impossibile?) non divertirsi, spaventarsi ed emozionarsi quanto basta (e avanza).

4 Thoughts on “The Impossible, Juan Antonio Bayona 2012

  1. Son of Gamera on 8 febbraio 2013 at 16:15 said:

    ecco, l’impero del sole, ecco cosa mi faceva venire in mente! ebbravo Kek.

  2. Andrea on 10 febbraio 2013 at 10:43 said:

    Sant’iddio!
    Horror/dramma con venature sentimentali… prima parte che ti fa cagare addosso, seconda parte che ti strappa litri di lacrime.
    Toglietegli gli ultimi dieci minuti, che sono inutili!
    A.

  3. Un film emotivamente devastante, tecnicamente sopraffino. Magistrale ricostruzione ambientale. Ci fa (ri)vivere la tragedia del 2004 come nessun reportage o documentario è riuscito a fare, con buona pace di Youtube e nuovi media. Un film banalissimo eppure incredibile, perché riafferma la forza del cinema puro, di pancia, che per potenza emotiva rimane ancora il medium numero 1. Nonostante la svolta finale un po’ stucchevole e difettucci vari. Se non si tiene conto che è tratto da una vicenda reale, il miglior disaster-movie di sempre.

  4. a me non è che sia tanto piaciuto, molto, troppo paraculo e strappalacrime… non ci siamo proprio nonostante un cast superbo!

    anche te un blog di cinema? figo! ti addo tra i mie followers, passa a fare un salto dalle mie parti, ti aspetto! ;)

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