Era scontato che il sequel di Cattivissimo Me avrebbe seguito, sopra tutte le altre, una direttiva ben precisa: aumentare la dose di “minions”. I chiassosi e dispettosi aiutanti dell’ex-villain Gru sono infatti una delle più azzeccate invenzioni del cinema d’animazione contemporaneo: graficamente essenziali, minimalisti e infinitamente modificabili, i minions sono stati capaci di trasformare con una perfidia che si rifà alla tradizione dei looney toones e alle comiche del muto, un nuovo franchise divertente ma tutto sommato modesto come Cattivissimo Me in una macchina da soldi in tutto il mondo: il primo incassò 543 milioni di dollari su un budget di 69, questo secondo film è costato poco di più e veleggia già verso il miliardo. Gran parte del merito, soprattutto sui mercati internazionali, è dovuto alla loro immediatezza globale: la cattiveria, la stupidità o la follia dei “minions” si esprimono esclusivamente con la gestualità, oltre che con un idioma inventato che è un miscuglio delle lingue di mezzo mondo, e più in generale con un comportamento che non ha nulla a che fare con la razionalità del mondo adulto. I minions sono una grande trovata, una goccia di anarchia inserita in un progetto di calcolata ragioneria, ed è quindi ovvio che Cattivissimo Me 2 faccia ancora più leva su di loro, mettendoli non più ai margini delle avventure dei “veri protagonisti” e più non solo come spalle ma veramente al centro dell’intreccio, facendone le vittime di un diabolico complotto – e che il film aumenti a dismisura il minutaggio delle loro incredibili fesserie. Il risultato è sinceramente esilarante, anche se l’assoluto spasso del film quando (cioè quasi sempre) ci sono dei minions in scena rischia di rendere ancora più evidente la pochezza del contesto – che già ai tempi era arrivato in enorme ritardo su un capolavoro come Gli Incredibili. A sopperire, stavolta, interviene anche (a patto di vedere il film in lingua originale) la nuova entrata Lucy Wilde, agente schizzata, buffa e romantica che il lavoro impagabile di Kristen Wiig contribuisce a rendere tridimensionale e irresistibile.
Bbbuaaaaannaaaaaanaaaaaaaaaaaa…
Sì, lo so, so’ passati quanti, tre anni?, ma ancora me fa ride’ abbestia.
Mi è piaciuto molto più del primo. Credo crei più approfondimento e dinamica nei personaggi. La imbranata agente del Servizio Segreto Anti-Villain è stata una trovata fantastica e non stucchevolmente virante la trama verso il sentimentale.
Il personaggio è ricalcato sulla fighissima Pepper/Gwineth Paltrow segretaria di Tony Stark nei vari tediosi Ironmèn, hai notato? Io ci scommetterei…