The Unsaid
Probabilmente è perché non ho mezze misure (ed è una cosa che mi viene criticata da tutti quelli che mi conoscono), ma Unsaid è una delle più inutili coglionate viste di recente.
Qui devo aprire una parentesi: una volta mi piaceva scrivere di cinema in modo professionale, scrivendo nello stile “recensionistico”, con risultati abbastanza notevoli (almeno per quanto riguarda la soddisfazione personale). E questo era The Rosebud Chronicles. Questo blog invece l’ho aperto per dare una rotta diversa, e farmi trascinare dalle emozioni. Quindi, via libera alle inutili coglionate. Chiusa parentesi.
Scritto malissimo, senza un briciolo di sensibilità o di suspance, furbo e scaltro ma senza nemmeno il risultato di essere commovente o trascinante, recitato malissimo, e dulcis in fundo con il personaggio meno credibile della storia del cinema, Teri Polo nel ruolo dell’analista che si vorrebbe inciuciare con Andy Garcia: non dice una battuta che non sia fuori luogo o imbarazzante, e per i personaggi, e per lo spettatore. Se davvero gli psicoanalisti americani sono così, allora capisco perché Allen se la prende tanto con loro. Credo che possa bastare, no?