Lacrime E Sangue

Vi racconto una storia, ma forse ve la racconto un’altra volta

bad guy

Mi sono dato tre mesi. E adesso sono passati tre mesi. Non ci si scappa.

(Quello che segue serve più a me che a voi. Lo so. Abbiate pazienza.)

Non è mica un piano. Non ci stavo pensando da tempo. Non ero stanco, non ero stufo. Non era previsto, insomma, ma è successo. È cominciata proprio all’inizio dell’anno, quando ho pubblicato il post che mi sono inventato per festeggiare i primi dieci anni di questo blog. L’ho guardato e mi sono detto: non sarebbe, questo, un modo fantastico per chiudere tutto? Not with a whimper but a bang?

A quel punto mi sono dato tre mesi. Avevo cose da fare. Ora ho fatto le cose.

Non ci si scappa.

(A questo punto ci dovrebbe essere un flashback, no? Io, nella mia stanza da letto a Brescia, con mia madre nella stanza accanto, che apro un blog su Splinder promettendo di scrivere qualcosa, pure tre righe, su tutti i film. Perché sì, perché non mi ricordavo niente, perché mi avevano detto “fallo”, perchè mi piaceva scrivere, perché avevo bisogno di mettere nero su bianco, perché era gratis, perché era bellissimo. Ha funzionato? Ha funzionato. Non era mica una promessa fatta a qualcuno, non lo è mai stata, se non a me stesso. Voglio dire, quella promessa l’ho mantenuta per 10 anni. Sono un botto di anni. E poi?)

In questi tre mesi, appunto, ho visto cinquanta film. Secchi.

(Me lo dice un affare che mi sono aperto, sennò non mi ricordo niente, come prima.)

Sono cinquanta film che forse avrebbero meritato un post, ma di cui forse non scriverò mai. Mi correggo: non ne scriverò mai in questo modo, come ho fatto in questi dieci anni. Meglio, dài: non ne scriverò in questo posto, e non scriverò più di tutti i film che vedo. Perché? Se volete ne parliamo davanti a una birra. Offro io.

(Qui ci dovrebbe essere un montaggio veloce in cui io cresco, studio, litigo, mi laureo, cambio casa, vado a un funerale, piango, cambio casa, rido, mi sposo, cambio lavoro, faccio un sacco di roba, e intanto scrivo duemilacinquecento post. Non sarebbe patetico?)

Ho sempre trovato piuttosto ridicoli quelli che chiudono un blog con un post in cui dicono che chiudono il blog. Forse però la mia era più rabbia, perché un blog non si dovrebbe mai chiudere, e tutti quelli che leggevo e che poi hanno chiuso in questi anni, tantissimi, sono colpevoli, mi hanno privato di cose bellissime che non leggerò mai.

Ma tant’è. Oggi Memorie di un giovane cinefilo chiude baracca e sì, mi sento piuttosto ridicolo pure io. Anche perché ero partito volendo scrivere soltanto tre parole, e le tre parole erano grazie a tutti. Ringraziarvi è una figata che non mi stanca mai.

Come dici? Grazie della domanda. No, non vado da nessuna parte. A dirla tutta non cambio nemmeno casa: diciamo che voglio dare una ripitturata. Voglio mettere tutti questi vincoli in lavatrice e ripartire con un bucato fresco e pulito. Non credo – anzi, sono sicuro di non poter smettere di essere un blogger. E infatti ho un piano B. Vedremo.

“Ci vediamo dall’altra parte.”